La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



lunedì 27 luglio 2009

Il cuore segreto di Gaeta





Per la serata di ieri, io e Stefy avevamo previsto di partecipare ad un concerto di chitarristi impegnati dall'esecuzione di struggenti melodie argentine. Tanghi e geremiadi di bandoleri stanchi. L'indicazione del luogo in cui si sarebbe svolto il concerto non era del tutto chiara. Si faceva riferimento alla chiesa di Santa Lucia. Abbiamo cercato disperatamente di raggiungere la chiesa, tentando di udire l'effluvio di note che ci potessero guidare. Niet. Sulla via della rassegnazione, abbiamo scorto un cartello che suggeriva l'opportunità di visitare la cripta della cattedrale della città. Un esempio vivido e luminoso della scuola barocca napoletana, sfumata dall'annunciazione della grazia rococò. Il relatore della mie tesi di laurea parlando di me con un interlocutore, ha detto, in un'occasione: “Lui vede il barocco ovunque, non ci faccia caso”. Strappò un mio sorriso di convinta approvazione. Il Barocco con le sue inquietudini è una delle mie ossessioni esistenziali. La piega che si dispiega all'infinito sviluppa il senso barocco. Il cuore barocco di Gaeta mi ha mozzato il respiro, gonfiando le arterie di fermenti estetici. Un'autentica esperienza di bellezza, in un mondo che ha fatto del culto del trash, del kitch e della volgarità ostentata la rappresentazione ordinaria dei suoi giorni alienanti. Io e Stefy eravamo fra i pochi osservatori privilegiati di ciò che sfugge all'ansia della ricerca ottusa del diversiment. La soggettività si eleva nella contemplazione della creazione tragica della massima glorificazione del Dieu fainéant del Seicento. Il Dio barocco è morto.





Stefy è la fotografa ufficiale della mia esistenza. Nella sua casa è archiviata la successione eventuale della mia vita. Ieri sera ha puntato la Canon Ixus sul senso di un mondo che non c'è più. Con maledizione dei secoli e delle miserie umane.
Il cuore barocco di Gaeta è uno scrigno nero. Nella Città Vecchia difficilmente potrà essere scorto nuovamente. Il sacrificio del concerto argentino è stato un caso. Il senso deriva sempre dal non senso.
Venerdì sera con il Matematico Impenitente


Lo scorso 24 luglio non ho saputo resistere alla tentazione di partecipare ad un significativo appuntamento culturale, promosso dalla rassegna Libri sulla cresta dell'onda, che da sedici anni anima le estati della Riviera d'Ulisse con eventi intellettuali coinvolgenti autori di primo piano nel panorama letterario nazionale. L'altra sera Odifreddi ha incontrato i propri lettori in un confronto centrato sui grandi temi del dibattito filosofico contemporaneo: la laicità, la promozione della ricerca scientifica, la libertà di coscienza, la divulgazione mediatica di argomentazioni relegate tradizionalmente nella penombra ripetitiva delle aule universitarie. Per uno studioso di filosofia si è trattato di un incontro necessario, volto a rinnovare la riflessione critica sulle disfunzioni della società contemporanea. Ho constatato con estrema soddisfazione che non è stato messo in scena un raduno di matematici impertinenti e di filosofi perdenti. La partecipazione del pubblico è stata oltremodo significativa, caratterizzata da un'attenzione costante e viva, provata dalle diverse reazioni alle tesi del professore e dalla pertinenza degli interventi di approfondimento.
Per maggiori informazioni: www.librisco.it

domenica 26 luglio 2009

STACCARE LA SPINA

Staccare la spina significa interrompere l'inesorabile continuità di giornate che replicano sempre la stessa soluzione di moduli esistenziali. Chi stacca la spina comporta un corto circuito inesorabile per la costruzione alienante dell'eterno ritorno del medesimo. Per staccare la spina, bisognerebbe cambiare ambiente per un po'. Per certi versi, sarebbe sufficiente diventare creativi, inventando le serate a proprio piacimento. Chi stacca la spina si sente meglio, dal momento che prende coscienza di essere il proprietario delle proprie ore. Non crede nella fortuna né nella sfortuna. Venera soltanto la divinità pagana del proprio Io, elevata sull'altare in penombra consacrato a Santa Possibilità.

domenica 19 luglio 2009

Disfunzione dell'anima riflessa nel corpo
Ho appena misurato la temperatura corporea: il termometro mi condanna ad una domenica sera di reclusione. 38.5 è una sentenza inesorabile, che non ammette deroghe o ricorsi in appello. Il mio corpo è una fornace scossa da brividi ritmici. Una riflessione semiseria mi indurrebbe a scartare l’ipotesi che mi sia beccato il virus A. I telegiornali insinuano questo dubbio e non attendono altro che la sommatoria di casi patologici da offrire in pasto all’informazione del terrore. Vinco l’angoscia facendomi distrarre dal mio tepore eccessivo. Il mio corpo è una centrale turbogas. Gli operai scioperano ustionati dalla rassegnazione.

giovedì 16 luglio 2009


lunedì 13 luglio 2009

Adesione al primo sciopero mondiale dei blog

Per la prima volta nella storia della Rete i blog entrano in sciopero.Accadrà domani, 14 luglio, con una giornata di rumoroso silenzio dei blog italiani contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare l'informazione in Rete. Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant'anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet. Domani 14 luglio dunque, invece dei consueti post, i blog italiani metteranno on line solo il logo della protesta, con un link al manifesto per il Diritto alla Rete: http://dirittoallarete.ning.com. Sul network verrà pubblicato inoltre uno slideshow di tuti i blogger imbavagliati che hanno aderito. L'iniziativa prevede anche un incontro-sit in piazza Navona a Roma, alle ore 19, e un simbolico imbavagliamento sia dei blogger presenti sia della statua simbolo della libertà di espressione, quella del Pasquino. Hanno aderito all'iniziativa blogger di ogni area politica (ma anche non politici) ed esponenti di diversi partiti e associazioni. Tra gli altri: Ignazio Marino, Vincenzo Vita, Mario Adinolfi e Francesco Verducci (PD); Antonio Di Pietro (IDV): Pietro Folena (Lista comunista); Amici di Beppe Grillo di Roma, Calabria e Taranto; Articolo 21; Sinistra e Libertà; Per il Bene Comune; Partito Liberale Italiano (PLI). Hanno aderito a titolo personale anche Giuseppe Civati, Sergio Ferrentino, Massimo Mantellini, Alessandro Robecchi, Claudio Sabelli Fioretti, Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Marco Travaglio e Vittorio Zambardino. Anche alcuni parlamentari della maggioranza (come Antonio Palmieri e Bruno Murgia), seppur non verranno in piazza, hanno espresso la loro contrarietà alla norma imbavaglia-Rete presente nel ddl Alfano. Sarà in piazza Navona anche il professor Derrick de Kerckhove, guru della Rete e docente all’Università di Toronto. Verrà infine annunciata la costituzione della “Consulta permanente per il Diritto alla Rete”: avrà l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica, che tenga conto della libertà di espressione e di informazione, e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino.

venerdì 10 luglio 2009

La via deserta della mia residenza è la pace dei sensi, un invito alla riflessione sui moti irregolari del mondo. Tutto tace. La stasi seda l’attesa infinita di Godot. Lavore stanca, riflettere logora. Il cuore ha bisogno di slanci e di rivolte. Urlare contro il cielo per sanare i debiti con la propria coscienza. In una città di provincia si ripetono sempre le stesse storie. Si vive la consumazione di immagini consunte e riti collaudati. L’invenzione di nuove soluzioni ha il valore di una battaglia persa in partenza, combattuta comunque per tentare di dare un senso al mondo. Niente cambia. Tutto resta. Sbuffo per dimenticare.

mercoledì 1 luglio 2009

Logica della disperazione


Siamo ormai davvero pronti a tutto. Siamo assuefatti alle anomalie. Forse non siamo davvero più in grado di distinguere la consuetudine ordinaria dall’ordinaria follia. Gli addetti alla fabbricazione dell’ottimismo sono ormai disoccupati. Vendono noccioline di rassegnazione. Non è logicamente accettabile che un numero considerevole di persone muoia mentre stia sognando, per il deragliamento di una carovana di gas. È sconcertante anche assistere inermi alla spettacolarizzazione della tragedia promossa dal TG istituzionale; ieri, nell’edizione delle 13.30, un inviato dalla voce tenebrosa ha fatto riferimento ad una “lingua di fuoco” che “ha raggiunto il bambino nascosto nella macchina”. Abominevole. A tratti immorale. Uno sputo in faccia al dolore. Il premier va a puttane e nega l’esistenza della più spaventosa crisi economica cha abbia mai contagiato i mercati internazionali dal collasso di Wall Street del 1929. Sostiene che sia sufficiente incentivare i consumi. Già. Ma con cosa? Il principale partito d’opposizione è Samarqand, crocevia di culture che si annullano a vicenda: i suoi esponenti sembrano occuparsi unicamente delle vane strategie interne volte a subordinare una corrente all’altra, in uno stagno velenoso. La Chiesa promuove il sistema della cieca autoreferenzialità, mirando alla sopravvivenza acuendo la rigidità di principi primi ritenuti intoccabili. Ha perso la vocazione paolina autenticamente “cattolica”, dacchè si comporta come un partito politico che regola le proprie operazioni sul convincimento indimostrabile di essere la Lista Unica. I sogni collettivi non hanno più cittadinanza nel mondo. Sono inflazionati e scaduti. L’unica via di fuga sembrerebbe essere l’affermazione di una disperata resistenza individuale. Non si cambia così il mondo. Non ci sono dubbi. Si salva la dignità della vita, scongiurando il tarlo della follia e l’adesione a automatismi da robot telecomandati da una mano (non proprio) invisibile.