Provate a sfogliare il suo libro fra le mani, lasciando andare i fogli sotto le dita… si libreranno nell’aria i profumi, le sensazioni, le verità di una storia raccontata con grazia, perfezione e passione.
“Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo le vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un’immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato sapere; è senza regola, almeno apparente”.
Incedo con cautela, non riconoscendo più il mio solito profilo di lettrice assennata e rapida nelle sue letture. Assaporo parola per parola, rileggo anche più volte la stessa pagina, mi soffermo a riflettere sulla profondità delle frasi, mi incanto nell’ammirare lo stile superbo della scrittura. Capolavoro assoluto, tesoro indiscusso riposto nello scrigno della letteratura italiana. Ci sono libri che richiedono attenzione, che pretendono di essere ‘divorati’ con circospezione, non vogliono essere considerati un semplice strumento di svago, non amano esser portati in spiaggia per rischiare di perdere il loro valore assoluto tra la sabbia, le urla e i gridolini dei bimbi e dei bagnanti… Io ho rischiato di offenderlo, questo caro libro, proponendogli l’aria marina e il sole allontanato stando seduta sotto l’ombrellone. Quante volte ho pensato d’aver sbagliato compagno. Già, perché ho preferito la compagnia di Maria avendo già consumato il mese precedente quella di Alessandro. E Maria che chiedeva tranquillità e concentrazione! Ma ora chiarirò tutto.
Maria Bellonci è la signora che ha elaborato ‘Rinascimento privato’, romanzo in cui si narra la vicenda di Isabella d’Este Gonzaga, marchesana di Mantova. Maria Bellonci è anche colei che insieme a suo marito Goffredo ha ideato, nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quel riconoscimento letterario che s’esprime nel famoso premio Strega. Casa Bellonci era il ‘covo’ di letterati, intellettuali, scrittori: i cosiddetti ‘Amici della domenica’ (dal giorno prescelto per le loro riunioni). Proprio da questo sodalizio nasce l’idea di contribuire, attraverso un premio, alla diffusione della narrativa italiana. Nel 1947 si tiene la prima edizione del premio Strega, dal liquore prodotto dalla famiglia di un giovane industriale, Guido Alberti, che per spirito mecenatesco e amore per la cultura si è unito al gruppo. Non pensiate che il premio riconosciuto a Maria nel 1986 sia una ovvia vittoria dovuta al ruolo avuto in ordine all’esistenza del premio suddetto. Maria muore nel maggio del 1986 alla vigilia della presentazione del quarantesimo premio Strega, a cui con sofferta decisione ha accettato di concorrere incoraggiata dal sostegno di amici ed intenditori. Ma Maria è davvero una signora del bello scrivere, una superba scrittrice e una instancabile studiosa. Donna d’intelligenza pura e verace, immersa completamente nei libri che ha saputo giovarsi, nei primi anni di matrimonio con Goffredo, di quell’apprendimento libero e personale ispirato all’educazione alla bellezza, all’arte e alla letteratura che il marito seppe impartirle attraverso la lettura dei classici e delle visite a chiese e musei di Roma.
A questo punto vi state chiedendo chi è Alessandro. Alessandro Piperno è lo scrittore romano che quest’anno ha vinto il premo Strega. Ma avrei potuto citare Baricco, Ammaniti, Mazzantini, tutti scrittori contemporanei che propongo uno stile moderno e lontano anni luce da quello profondo, articolato e strutturalmente complesso della Bellonci. Ma questa non vuole essere una critica. Gli scrittori sono cambiati perché forse sono cambiati i lettori. Dicevo più su che ‘Rinascimento privato’ è stato il mio compagno durante la settimana di vacanza al mare. Grave errore! Perché il capolavoro di Maria avrebbe richiesto un contesto ambientale completamente diverso! Ovvero, una poltroncina accanto alla finestra, un taccuino di appunti (che comunque non m’è mancato, essendo il fratello siamese di ogni libro di turno), silenzio, animo teso alla lettura e libri storici da consultare. Bé, so cosa state pensando, che se bisogna attrezzarsi a questo modo per rilassarsi con un libro allora è meglio lasciar perdere. Ma così ragionate alla istessa maniera di quella persona che recensendo il libro in questione avvertiva la necessità di sottolineare quanto fosse pesante andare a ricercare sul dizionario termini sconosciuti e parole inusitate. Invece io credo che sia anche questo il bello della lettura! Esplorare concetti e pensieri imparando a conoscere anche parole nuove e diverse da quelle che si spendono a vuoto sui giornali o nella televisione. Con la crisi che c’è oggi della lingua italiana! Non sarebbe ideale cercare d’esprimersi in un italiano più forbito e meno squallido? Non ho alcuna intenzione di sminuire i recenti romanzi a cui è stato attribuito il riconoscimento letterario ‘stregato’, tra l’altro ho apprezzato oltremisura il buon Pennacchi col suo ‘Canale Mussolini’ di qualche anno fa, anzi, guai a chi reclama! Posso riuscire a comprendere questo salto di stile, salto nel vero senso del termine, ovvero, salto in lungo tanto da superare lo stile perfetto della scrittura soltanto richiamando alla memoria ciò che è accaduto nel Duecento. Sì, sì, chiarisco.
Come sapete l’uso del volgare, nella letteratura, nacque nel corso del Duecento e fu indice di cambiamento profondo nella struttura sociale italiana, ma rivelò e condizionò un rapporto nuovo fra scrittori e lettori, e segnò e provocò la formazione di un pubblico nuovo. Chi scriveva in volgare rinunciava, per questo fatto, ai suoi lettori transalpini, e non parlava più che ai soli Italiani, i soli in grado di intenderlo, tanto che Dante nella sua gioventù potè scrivere, con ingenuità giovanile, che i primi a poetare di amore in volgare lo avevano fatto perché altri mentile donne, che ormai non conoscevano più il latino, non lo avrebbero inteso (“Vita nuova”, XXV). Chi dunque, scriveva in volgare da una parte restringeva il suo pubblico, ma, da un’altra parte, lo allargava, potendo essere compreso da tutti gli Italiani, anche da quelli – e ormai erano i più – che intendevano solo il volgare. Ma appunto per questo, per questo rivolgersi ad un pubblico italiano e non più supernazionale, la nuova letteratura assumeva un carattere nazionale e si faceva interprete delle esigenze, degli interessi, dei sentimenti dei soli Italiani, sicché può essere detta Italiana (G.Petronio – L’attività letteraria in Italia).
È per questo dunque che il libro di Piperno l’ho letto in tre giorni e quello di Maria Bellonci in quattro settimane! È dunque cambiato il pubblico di lettori se oggi si propone una scrittura più veloce che corrisponda anche ad una lettura più rapida. Va bene così purché si legga, però, miei cari, non tralasciate di dare spazio anche a letture un po’ più impegnate, più corpose, più superbe che possano migliorare i contorni del pensiero e delle facoltà intellettive. Leggete ‘Rinascimento privato’, non lasciatelo marcire nello scaffale dimenticato di una libreria! Neghereste a voi stessi l’incanto di una storia mai raccontata prima con tanta raffinatezza e capacità d’espressione.
Bene, e adesso, dopo Maria mi attende un’altra signora dallo stile inconfondibilmente elegante: Anna Banti. Se avete letto ‘Noi credevamo’ dovete assolutamente leggere ‘Artemisia’. Ah, già e come fate… ‘Artemisia’ non è più in ristampa dagli anni ’70… Dovete sapere che ho provato a contattare via e-mail la casa editrice Mondadori, provando a sottoporle la possibilità di ristampare questo libro che io sono riuscita a trovare su e-bay in una edizione tascabile del 1974. Cos’ha risposto la segreteria letteraria della Mondadori? Attraverso un messaggio preordinato m’ha scritto che se saranno interessati mi contatteranno. (!!!) Se saranno interessati mi contatteranno? Ma non devono dare alle stampe un mio libro!! Che il diavolo se la porti! Sono davvero consapevoli ed esperti coloro che dovrebbero avere una visione totale della letteratura italiana! Vergogna indicibile non provvedere alla ristampa di opere così valide come quelle di Anna Banti. Ne trarrebbe giovamento quell’ampia fetta di pubblico di lettori appassionati e volendo anche la scuola, perché alcuni libri dovrebbero entrare a far parte del programma didattico nel settore della narrativa da proporre agli studenti. Ma tant’è.
E voi, miei cari, leggete, leggete sempre senza stancarvi mai!
Ho nell’orecchio una conversazione
di qualche anno fa […]
[…] era da presumere che avesse pensieri
tutti propri nascosti in una nicchia
o in un rifugio dai quali prendeva coraggio;
perché solo una sosta nel luogo interiore
che appartiene al nostro regno inviolato
ha il potere di restaurarci.
(M. Bellonci, Rinascimento privato)
Federica Passarelli