La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 10 settembre 2010

Il cielo sceso a corte. Diritto e politica nel pensiero di Leibniz

Giampietri Francesco
Il cielo sceso a corte
ISBN: 9788848811224
Pagine: 168
€ 14,00


per saperne di più: http://www.lampidistampa.it/index.php?p=catalogo&id=1477 o http://www.ibs.it/code/9788848811224/giampietri-francesco/cielo-sceso-a-corte.html oppure http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=iccu&select_db=iccu&nentries=1&from=1&searchForm=opac/iccu/error.jsp&resultForward=opac/iccu/full.jsp&do=search_show_cmd&rpnlabel=+Titolo+%3D+il+cielo+sceso+a+corte+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%40attrset+bib-1++%40attr+1%3D4+%40attr+4%3D2+%22cielo+sceso+corte%22&totalResult=1&fname=none&brief=brief

Uno ‘studio’ (nell’accezione pittorico-architettonica del termine) che si presenta come un intenso e promettente tentativo di risposta a una delle questioni che sotterraneamente mobilitano ogni ricerca sul pensiero giuridico-politico di Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716). Ai ripetuti progetti di riordino del corpus del diritto, ai minuziosi piani di organizzazione amministrativa ed economica della realtà politica del tempo o all’instancabile impegno per l’istituzione di Società scientifiche al fine di favorire scoperte e innovazioni tecnologiche in tutti i campi, fa riscontro una malcelata negligenza di Leibniz nella costruzione teorica di un esplicito paradigma di definizione politica dello Stato. Tuttavia questa considerazione non deve lasciar pensare a un limite del sistema leibniziano. In questa prospettiva, il volume, che ha la struttura di un manuale, pur essendo un testo ermeneutico, rappresenta un nuovo contributo critico, non tanto e non solo per chi intenda mettere a fuoco una delle aree problematiche più significative e meno note attraversate dal filosofo di Hannover, ma anche e soprattutto per chi voglia risalire i motivi e le istanze genetiche del suo formidabile progetto metafisico.

Prefazione di Fausto Pellecchia (Università di Cassino) Postfazione di Roberto Palaia (ILIESI-CNR Roma)
Con la prima traduzione di una recensione anonima di Leibniz in appendice.


***
Ringrazio Federica per le bellissime parole che ha voluto donarmi e per essere tornata qui, a casa, dopo aver vissuto i mesi più emozionanti della sua vita con la piccola Martina. Con un po' di timidezza, ho il piacere di presentarvi la mia prima pubblicazione. Si tratta di un volume che raccoglie il senso degli ultimi due anni della mia vita. Per certi versi, potrebbe essere inteso come un'autobiografia in filigrana, piuttosto che come un omaggio alla cultura del Seicento. Ci sono io dentro e, per questa ragione, coltivo l'auspicio che almeno i miei conoscenti lo leggano. Ho la necessità di confrontarmi con un interlocutore che condivida con me la comprensione dei valori che quel volume racchiude. Sono felice, perché resterà un indizio materiale delle illusioni che mi hanno alimentato.

Che curiosa impressione riprendere in mano la penna e rituffarsi tra le mura diroccate ma solide delle mie care vecchie pieghe. Son trascorsi diversi mesi e anche un paio di nuove grafiche dalla mia ultima ‘creazione’ libertaria ed è una curiosa impressione quella che s’inerpica su per l’anima ora che mi trovo a dover trovare le espressioni più adeguate e il ringraziamento più sentito per la lettera che tre mesi fa hai indirizzato alla personcina che ha irradiato la mia esistenza monotona e grama. So che quando sarà in grado di leggere e capire apprezzerà con autentico entusiasmo le cose che le hai scritto e dedicato.
Ma oggi in altro modo voglio ripresentarmi tra le pieghe distese di un progetto libertario. Oggi voglio congratularmi e dirti quanto io sia orgogliosa e fiera ma anche commossa e colma di gioia per quella che è la tua opera prima in campo letterario. C’è un barlume di speranza in fondo al tunnel della precarietà e della raccomandazione facile per chi corrompe e lascia corrompersi.
Francesco, che il tuo libro sia il primo di una lunghissima serie. Che la passione per la conoscenza possa invaderti l’anima senza incontrare ostacoli e compromessi.
Con affetto inaudito.

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P o e t i c a r e

In quest’ora di luce il tuo pensiero gentile
conquista la mia patria di fiorite primavere.

Il tuo proferire solenne come l’arenile maestoso
riveste la mia natura di brina e arbusti variopinti.
La tua parola, fratello mio,
è un popolo di vittorie che mordente e vivo
si diletta ad esplorare le valenti prose
di un quaderno universale.

Il mio spirito ebbro di gioia
spalanca le sue braccia
al naviglio festoso che
rincorre la tua ombra.

Non è un piano, non è un velo
è la tua verità, è il tuo essere
di puro e semplice tesoro,
è la tua freschezza di oceano imbiancato,
è la tua sete di mistero svelato,
è la tua mano che frena il movimento di paesi incantati,
è il tuo germoglio di trionfante sole e di tenera luna.
Sei il calice traboccante di suoni,
sei il volo superbo del raggio di luce.
Sei mio fratello.

16 gennaio 2004