Sono intristito dalla notizia della scomparsa di James Hillmann: è come se avessi perso il maestro preferito o l’unico professore di liceo che ha lasciato qualche traccia sulla mia formazione. Quando avevo 16 o 17 anni consumavo fino all’ultima pagina i suoi saggi, ricavandone impressioni di pienezza esistenziale, nel senso che le sue parole, così suggestive, erano pietre che scalfivano le prime crisi adolescenziali. Ho il profondo rammarico di non aver mai avuto l’opportunità di seguire una sua lezione, magari a Modena nel settembre 2007. Quando penso all’anima, comprendo che il suo unico possibile significato coincide con quello teorizzato da Hillmann nelle sue opere: il giardino è l’anima. «Noi oggi tendiamo a dimenticare che l’anima non è solo dentro di noi, ma anche fuori di noi. E quando siamo in un giardino alla francese o di qualunque altro tipo di giardino, si manifesta qualcosa dell’anima mundi. L’Anima del Mondo si rende visibile ed anzi si mette in mostra».
Giampiero, io nel 2007 a Modena c'ero, ma avrei voluto non esserci. Profonda delusione, soprattutto per l'uomo: ad un certo punto, sentendo caldo, decide di interrompere la discussione d'un tratto e di scendere a firmare autografi. Questo non è un filosofo antico. Ma fa niente, gli sarà pure perdonato...
RispondiEliminaUn caro saluto