La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammetteGeorges Canguilhem
sabato 12 ottobre 2013
martedì 8 ottobre 2013
Ragazzini
dal pugno chiuso
Avevo
forse quattordici anni, frequentavo il Liceo Classico della piccola città.
Ricordo bene che una mattina, a margine di un intervallo, prima di rientrare in
classe proclamai con la sicumera propria degli adolescenti, sbalordendo l’insegnante
di greco: “Io sono marxista!”. Non era ancora spuntata la barba. Avevo tanta
rabbia nelle tasche, ed ero ispirato dall’insofferenza per il provincialismo
piccolo borghese di un mondo troppo piccolo e chiuso. Conquistai l’insegnante
che, infatti, nel colloquio con i miei genitori al termine del quadrimestre
ebbe modo di dire: “Sapete, il ragazzo mi ricorda com’ero quando avevo la sua
età”. Da allora a casa i miei iniziarono giustamente a preoccuparsi.
Stamattina, entrando in Facoltà, due studenti dall’espressione vaporosa
resa più accattivante dalla Kefiah
attorno al collo, interrompono il mio passo affrettato. “Senti, seguiresti un
corso di marxismo? Un paio di lezioni settimanali…”. Resto perplesso, in attesa
di un’illuminazione. Poi sorridendo, senza voltarmi per cogliere la loro reazione,
sentenzio: “Scusate, ma non sono più un sedicenne…”
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