La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



martedì 8 ottobre 2013

         Ragazzini dal pugno chiuso
    Avevo forse quattordici anni, frequentavo il Liceo Classico della piccola città. Ricordo bene che una mattina, a margine di un intervallo, prima di rientrare in classe proclamai con la sicumera propria degli adolescenti, sbalordendo l’insegnante di greco: “Io sono marxista!”. Non era ancora spuntata la barba. Avevo tanta rabbia nelle tasche, ed ero ispirato dall’insofferenza per il provincialismo piccolo borghese di un mondo troppo piccolo e chiuso. Conquistai l’insegnante che, infatti, nel colloquio con i miei genitori al termine del quadrimestre ebbe modo di dire: “Sapete, il ragazzo mi ricorda com’ero quando avevo la sua età”. Da allora a casa i miei iniziarono giustamente a preoccuparsi.
    Stamattina, entrando in Facoltà, due studenti dall’espressione vaporosa resa più accattivante dalla Kefiah attorno al collo, interrompono il mio passo affrettato. “Senti, seguiresti un corso di marxismo? Un paio di lezioni settimanali…”. Resto perplesso, in attesa di un’illuminazione. Poi sorridendo, senza voltarmi per cogliere la loro reazione, sentenzio: “Scusate, ma non sono più un sedicenne…”

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