La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



martedì 30 novembre 2010


Pochi signori possono fregiarsi del titolo di ‘maestro’ e Monicelli è stato, senza dubbio, il vero asso di un genere, quello della commedia, che ha contribuito, negli anni del boom, a rendere celebre la cinematografia italiana.
Sempre preciso, diretto, lucido, il regista ha saputo cogliere tutti gli aspetti, tragici e comici, dell’uomo medio italiano. Osservatore attento, ha saputo sottolineare, con cura e ricercatezza, le manie e le stranezze, il cinismo ma anche la bontà della società italiana dei suoi tempi.
Chissà, con quale sguardo indagatore avrebbe saputo scrutare dietro la macchina da presa le vicende e il ridicolo delle vicende che in questi ultimi anni ci hanno invaso gli occhi e le orecchie?
Architetto prezioso dell’animo umano e gigante nel proporre la presa di coscienza di una donna che negli anni ’60, in piena contestazione, lascia la Sicilia per volare a Londra (covo di hippy e culla della nuova tendenza ispirata all’amore libero) e realizzare finalmente il suo ‘delitto d’onore’ contro l’uomo che l’ha sedotta e abbandonata. Cambierà presto le sue direttive, alla faccia delle tradizioni sicule e di quella famosa espressione caldeggiata da bocche omertose che riecheggia tra le strade afose della sua Sicilia: “Svergognata!!!”.
Monica Vitti, che per la prima volta assume un ruolo comico, al ragazzo inglese che la ospita in casa sua (obbrobrio per le donne benpensanti del suo paesello che le avrebbero urlato l’epiteto di cui sopra, o peggio!), stupita (e forse anche amareggiata!) sbotta una battuta fenomenale in un siciliano ‘inglesizzato’: “Ma como? Ju mani, aj wiman, ju luk tv?!?”.
Maestro, mi mancheranno le tue interviste, la tua severità scavata nelle rughe del tuo volto mentre giudicavi il modo col quale è governato questo Paese, il tuo e il mio. Volando via, così come hai fatto, hai voluto porre un colpo di scena nel copione della tua vita.

Un film meraviglioso, anche perché hai saputo affiancare due immensi attori che io amo a priori, Totò e Anna Magnani, aveva come titolo Risate di gioia. Ed io, oggi, voglio immaginarti così, attraverso una risata di gioia, quella che deve rubare la scena ad un volto malinconico e triste per il tuo addio alla vita.

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