Point of view Risulta del tutto evidente che, nella maggioranza dei casi, la condotta sessuale di un soggetto è assimilabile per definizione a una sfera intangibile, un dominio sottratto allo sguardo indagatore del vicino e all’ingerenza inquisitoria del moralista. Nessuno è tenuto a rendicontare su preferenze o inclinazioni afferenti all’alcova dell’eros. Il giudizio di valore su una persona dovrebbe essere slegato dalla considerazione delle sue frequentazioni serali o notturne. Questa considerazione vale come regola generale del buon senso e del rispetto del principio di (auto)determinazione del soggetto responsabile. Tuttavia, ogni principio generale comporta, includendolo, uno spiraglio di eccezionalità. Per quel che concerne la sessualità, ogni elemento di tutela della sacralità delle condotte sessuali viene meno nel caso in cui compaiano, sulla scena della narrazione, i minori, i diversamente abili o corpi incapaci di intendere o volere ovvero i referenti elementari dell’abuso. L’adescamento o la corruzione di un minore è un crimine contro l’umanità. La scappatoia dell’ignoranza dell’età dell’oggetto sessuale non può funzionare come paracadute giuridico, dal momento che chi ha ingabbiato nella propria trappola una ragazzina o un ragazzino l’ha fatto per obbedire a una precisa perversione sessuale, che vale come movente del riscatto dell’impotenza.
Si consideri il seguente caso. Un settantaquattrenne di nome S. è stato abbandonato dalla seconda moglie, perché lo ha ritenuto, per via della continua frequentazione di minorenni, un vecchio degno di essere curato. S. ha finanziato la crescita di una ragazzina diciassettenne di nome N., promettendole un futuro da starletta con il consenso entusiasta dei suoi genitori. Poi si viene a sapere che S. si è intrattenuto anche con altre minori, come ad esempio una nordafricana diciassettenne (R.), cui ha consegnato 5.000 euro per il disturbo del contatto con un vecchio. Come verrebbe definito S.? Non ci sono dubbi: maniaco, pervertito, depravato, pederasta o magari pedofilo. Si ponga, a questo punto, l’ipotesi estrema (ma non controfattuale) che S. sia il premier di un Paese democratico e che abbia fatto pressioni su una questura affinché si trovasse la soluzione più conveniente per la sua piccola R., bypassando quanto previsto da un Tribunale dei Minori. Si pensi anche che, per risultare convincente, S. abbia detto al questore, mentendo spudoratamente, che la piccola R., marocchina, sia la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Suvvia, come verrebbe definito S.? O meglio, dove andrebbe spedito?
La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammetteGeorges Canguilhem
lunedì 1 novembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ma insomma, io non riesco ad essere d accordo. la vis sessuale e una caratteristica fondamentale dell uomo, e dell uomo che vuole, che prende, che realizza.
RispondiEliminaecco, io adotterrei una posizione meno moralista, per usare una parola pedante.
ecco, concludo: io credo che s. vi sbbia rovinato anche il sesso, la malizia. in un paese cattolico che ha sforbiciato a poco a poco intorno alla rappresentazione del sesso e del corpo con il precedente, ecco, vi ha rovinato anche lo scopare.
che gran tragedia, miei cari!
comunque, ecco, scopare con una ragazzetta giovane e divertita e consenziente non dovrebbe essere un crimine, in principio. nel mio principio.
tutto questo senza citare il s., che io frotunatamente mi son perso negli ultimi dieci anni.