Quel che sto per riferire non è un oltraggio a un pubblico ufficiale, poiché mi limito a riportare un fatto, lasciando libero spazio alle valutazioni dei lettori. In un piccolo centro di periferia, socialmente sano, sono frequentissimi i posti di blocco dei Carabinieri. Militarizzazione pretestuosa di un territorio ancora immune dalla delinquenza e dal malaffare. Sarei curioso di sapere se nell’hinterland di Trapani oppure nell’agro aversano, feudi mafiosi, le Compagnie militari prevedessero il medesimo servizio di vigilanza. Diversi anni fa ho attraversato in auto l’intero territorio pugliese, dalla Capitanata fino alle coste salentine, non riscontrando una sola pattuglia. Idem nel corso del viaggio più recente da Catania fino alla provincia iblea. Invece, nel tratto urbano compreso fra l’Ufficio postale e la Stazione ferroviaria del piccolo centro, racchiuso in un pugno di metri, si riscontrano ordinariamente presenze di Carabinieri. Questo è l’antefatto.
L’altro giorno un carabiniere mi intima lo stop con un vigoroso sventolìo della paletta. Indossavo regolarmente la cintura, tutto era perfettamente in regola. “Patente e libretto, prego!”. Estraggo dal portafoglio la patente e gliela consegno. Non mi dà il tempo di prendere il libretto. Mi dice: “Ma tu sei il figlio di ..?”. Chiama in causa mio padre, comandante dei vigili urbani. Non rispondo, lo fisso con rassegnazione. “Puoi andare…, vai, vai”. E io, immedesimandomi nella scena filmica che propongo di seguito, tratta da Auguri professore, rispondo: “Non le interessa più il libretto? Attenda un attimo, lo prendo…”.
L’altro giorno un carabiniere mi intima lo stop con un vigoroso sventolìo della paletta. Indossavo regolarmente la cintura, tutto era perfettamente in regola. “Patente e libretto, prego!”. Estraggo dal portafoglio la patente e gliela consegno. Non mi dà il tempo di prendere il libretto. Mi dice: “Ma tu sei il figlio di ..?”. Chiama in causa mio padre, comandante dei vigili urbani. Non rispondo, lo fisso con rassegnazione. “Puoi andare…, vai, vai”. E io, immedesimandomi nella scena filmica che propongo di seguito, tratta da Auguri professore, rispondo: “Non le interessa più il libretto? Attenda un attimo, lo prendo…”.
Mi manda via in modo sgarbato, turbandomi. Non è cambiato nulla: l'Italietta ha radici più profonde di quanto osassi immaginare.
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