La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



domenica 24 marzo 2013


La presentazione capitolina di Leibniz allo specchio mi ha messo a dura prova dal punto di vista emotivo, dato che ha compendiato in due ore il mio percorso formativo: gli anni cassinati, le collaborazioni con l’Istituto romano, le ricerche del dottorato. Le relazioni, intense e coinvolgenti, hanno tenuto viva l’attenzione dell’uditorio per circa due ore. Poi il resto l’ha fatto di certo il Salone Borromini, ambiente al contempo sontuoso ed austero, oltremodo affascinante. E le suggestioni sono alimentate da una considerazione storica: nella primavera 1689, nel corso del suo soggiorno romano, Leibniz probabilmente ebbe modo di vedere l’Oratorio dei Filippini (la sede attuale della Biblioteca Vallicelliana), poiché era solito frequentare il Palazzo della Cancelleria vaticana, non molto di stante da lì, che ospitava l’Accademia fisico-matematica di Giovanni Giustino Ciampini. Pur essendo dotato di una fervida fantasia, non avrei mai potuto prevedere un riscontro così incoraggiante.

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