La via deserta della mia residenza è la pace dei sensi, un invito alla riflessione sui moti irregolari del mondo. Tutto tace. La stasi seda l’attesa infinita di Godot. Lavore stanca, riflettere logora. Il cuore ha bisogno di slanci e di rivolte. Urlare contro il cielo per sanare i debiti con la propria coscienza. In una città di provincia si ripetono sempre le stesse storie. Si vive la consumazione di immagini consunte e riti collaudati. L’invenzione di nuove soluzioni ha il valore di una battaglia persa in partenza, combattuta comunque per tentare di dare un senso al mondo. Niente cambia. Tutto resta. Sbuffo per dimenticare.
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