Il reato di pedofilia commesso da un individuo che ha avuto la vocazione di farsi consacrare ministro di Dio è forse la massima espressione dell'orrore. C'è più barbarie nella mano allungata di un sacerdote su un corpo innocente piuttosto che nelle condotte di un sergente della Wehrmacht. Agendo in una dimensione premorale, si macchia di uno crimini più oscuri proprio chi si impone a livello sociale come il custode e il divulgatore dell'unica morale possibile. La violenza brutale si allea con la dissimulazione in una messinscena pretesca, che è odio per la spontaneità e per la gioia di vivere. Magari quel sacerdote si rifiuta di offrire l'ostia ad una donna divorziata (costretta a fuggire dal picchiatore della sera), organizza fiaccolate contro chi, come Beppino Englaro, si è battuto per la dignità di una persona, o scaccia giovani gay dal proprio centro sociale, per poi sciogliersi in facciate mielose ed unte di ipocrisia.
La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammetteGeorges Canguilhem
lunedì 5 aprile 2010
Mostri del Signore per l'Olocausto bianco
Piegare un corpo o una coscienza è un atto di brutalità. Ma forzare un corpicino ancora immaturo per la soddisfazione di certe pulsioni animalesche è uno crimini più oscuri che si possa concepire. Si tratta di un'azione carica di violenza dis-umana, capace di sgretolare la coscienza sull'impressione di un livido che resta per sempre, un gesto degno di abominio che è al di là del bene e del male, né immorale né amorale, quanto piuttosto premorale, ovvero riconducibile ad una dimensione disopraffazioni bestiali, impero della carne e deserto del cuore. Il pedofilo violenta la ragione della civiltà agendo nel registro della sospensione degli imperativi morali: è il servo ottuso delle proprie inconfessabili perversioni. Si tratta di una figura imperdonabile, da bandire dalla civitas. La comunità deve abortirlo e rimuoverlo, rovesciandolo nel fondo oscuro di una cella, finché - per la grazia del mondo - non avrà tolto il disturbo. Non ha alcun senso prestar fede alla logica che promuove strategie di recupero o di riabilitazione sociale, poiché il pedofilo è per principio recidivo. Dopo anni di piaceri solitari (volti a soffocare in masturbazioni innocue, ma non innocenti, i fantasmi che attraversano i suoi visceri), può improvvisamente riconquistare la prima pagina dell'opinione pubblica.
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