La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



lunedì 26 novembre 2012

  Non ci si può improvvisare romanzieri dall’oggi al domani. Un mio insegnante di storia e filosofia ai tempi del liceo ha dato recentemente alle stampe, presso un buon editore napoletano, un romanzo che richiama nel titolo una memorabile canzone di Stefano Rosso (quella dei due amici, una chitarra e uno spinello…). Gli voglio bene, lo considero un interessante frequentatore di bar notturni, un libertino impertinente. Pur essendo in pensione già da diversi anni, è più giovane di me. Un decennio fa nel consiglio di classe si batteva in maniera ardimentosa per me, neutralizzando le moine della cogliona radical-chic di matematica e fisica, che non mi poteva soffrire perché (con sacrosanta ragione) la snobbavo (eppure frequentavamo la stessa sezione del PDS). In una occasione, l’insegnante di inglese mi disse: “quello pende dalle tue labbra”. Memorabili il 10 in filosofia, il 9 in storia. In classe lo chiamavamo miniocchio, per la vistosa sproporzione fra la montatura rossa degli occhiali e gli occhi infinitesimali. Caro Peppino.
   Non sono riuscito a terminare la lettura, mi sono interrotto ai tre quarti del volume. Non posso procedere oltre. Ho ritrovato situazioni e personaggi reali. L’immaginazione non ha trasfigurato la realtà, come mi sarei atteso. Il romanzo si presenta come un almanacco di pettegolezzi da bar su poveri derelitti sociali: una battona in età avanzata, uno squinternato che ulula alla luna, unanordafricana che un fallito ha acquistato da un trafficante di schiavi, vari cornuti. Che delusione! La letteratura è ben altra cosa. Non basta offrire in pasto al lettore gli orrori di una piccola comunità per erigersi come scrittore maledetto, dandy crepuscolare. Non basta sostenere che il sonno è un attentato alla vita, che è buona cosa penetrare nelle lande dell’Europa dell’Est, che occorre fare la rivoluzione per lasciare in qualche modo un segno. Mi auguro che Peppino non legga questo post. Gli voglio bene e mi spiace per un’occasione sprecata.

2 commenti:

  1. Tondelli avrebbe avuto un attacco di cuore!

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  2. Non credo... secondo me avrebbe storto il naso ed acceso una sigaretta, prima di cestinare

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