Ho soggiornato ad Hannover dal 2 al 7 novembre scorso. Sono stato lì essenzialmente per motivi professionali, oltre che per fare un’esperienza di vita. Ogni mattina attraversavo, alle 8.30 ca., la piazza ritratta nella foto postata. La città tardava a svegliarsi, così come si addormentava sorprendentemente presto. L’etica luterana applicata alla vita comporta uno stile esistenziale spartano. Mi orientavo per le vie geometriche del centro, nell’ora di marcia necessaria per raggiungere dal mio hotel la Leibniz Bibliothek, assumendo come punto di riferimento prospettico il campanile gotico dell’altezzosa ed austera Markt Kirche. Restavo in biblioteca dalle nove del mattino alle sei di sera, quando Hannover già era sprofondata da un pò nel torpore della foschia notturna. In biblioteca ho incontrato ogni giorno gli stessi volti indifferenti. Ho raccolto qualche sorriso soltanto il giorno della mia partenza. Sarà un caso; i tedeschi metabolizzano più lentamente le presenze. Bene, lavorando in biblioteca inebriavo i polmoni con l’odore inconfondibile e straordinariamente ansiolitico di testi non sfogliati più da decenni e decenni di oblio. Mi concedevo delle piccole pause per ristabilire un contatto con la realtà. Alle due pranzavo. Prima di tornare in centro per consumare una zuppa o una pallida imitazione di un panino mediterraneo, sfogliavo l’edizione del Corriere del giorno prima, disponibile in biblioteca. In quei giorni il mondo era allucinato da Obama. Nel pomeriggio, mi concedevo una breve passeggiata lungo il viale su cui si affacciano gli ambienti in cui consumavo la mia giornata. Mi liberavo dell’odore dei testi nelle ore notturne, assorbendo la nebbia, le foglie morte, la malinconia, la solitudine da intellettuale di provincia, prima di sciogliermi sotto la doccia e confondere manoscritti e suoni, silenzio e sogno.
La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammetteGeorges Canguilhem
venerdì 12 dicembre 2008
L'esilio hannoveriano
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento