La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 12 dicembre 2008

Perchè Pieghe Libertarie?
di FRANCESCO GIAMPIETRI
Un blog rappresenta senz'altro un'area virtuale di libertà, uno scenario di autentica libertà virtuale. Si tratta di un recinto di contenimento di pensieri che altrimenti resterebbero soffocati nella mente. Pieghe libertarie si presenta così come la locandina pubblica delle riflessioni formulate su se stesso e sul mondo da un venticinquenne che non vuole rassegnarsi a subire passivamente le immagini e i messaggi veicolati dalla struttura mediatica in cui siamo - necessariamente, pena la riduzione ad una condizione da anacoreti - inclusi. E' così che presento, dunque, il cannocchiale filosofico col quale osservo gli intighi del mondo, appoggiato, come una vedetta notturna, sul davanzale di una fessura immaginaria.
Il titolo del blog ha un proprio senso, non è affatto casuale; è l'effetto di un'articolata riflessione carica di suggestioni, riflesso di echi espressivi. Non svelo nulla al riguardo. Ognuno, se vuole, può intenderlo come meglio crede.
Perchè in Pieghe libertarie?
di FEDERICA PASSARELLI

Per seguire, forse, il consiglio di Walt Whitman il quale suggeriva di gridare il proprio urlo barbarico sui tetti del mondo? Quale modo migliore di questo, dunque: star seduti (non sulle tegole, ovvio!, ma) dinanzi ad un computer - digitando follemente le proprie incursioni letterarie e non sui bottoncini della tastiera! - approfittando dell’opportunità di lanciare nel web tutto ciò che si libra verace nella mente! Ora, ‘piega’ oltre che ad indicare un punto in cui qualcosa si piega ovvero un’increspatura, è altresì la parte più intima e nascosta dell’anima (le tanto scrutate pieghe dell’anima!). Essendo nel nostro caso ‘libertaria’, allora è d’uopo manifestarla e diffonderla tra quelle altre pieghe dell’universo! Come fosse un lenzuolo che si lascia asciugare al vento: si contorce, si stende, si piega e diffonde nell’aria quel profumo che sa di fresco. Così prendono aria e si sprigionano nell’infinito ancestrale le curve più nascoste dell’anima amica.
Il poeta americano declamava, inoltre, che alla domanda così triste che ricorre - che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita? Segue una risposta che gorgheggia nell’aria più o meno così: Che tu sei qui - che esiste la vita e l’individuo, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso. E sebbene possa trattarsi di un verso non ancora ben definito, è stimolante trovare la tonalità adatta per far udire ciò che siamo, ciò che vogliamo.

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