La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



giovedì 7 maggio 2009

C h i t a r r a
r o m a n a.


A chi mi chiede
componimenti poetici
su un accordo di chitarra
offro un menestrello vagabondo
che svela il suo segreto
nel folklore popolare.

Mescolata al romanesco
caro al Belli
s’effonde l’eco di una voce
su un lungotevere addormentato:
- sentilo tu il mio delirio,
accoglilo tu il verso che in petto giace,
accompagnala tu,
moderna cetra di un dio profano,
la mia composizione dall’incauta
rima improvvisata - .

Non so bene com’è stato.
Solo ho udito venir fuori
da una finestra su di un vico
uno stornello popolare
che nell’abbraccio dell’Infinito
leggero s’accasciava.
Il vento ha chiuso i vecchi scuri:
da quel giorno sulla sua chitarra
un fiore amaro si sfoglia inosservato.

Un’epigrafe si compone
sul mio foglio di poesia perduta:
la chitarra che giace sull’ara del ricordo
ha la voce di chi riusciva
a poetare della sua gente
le storie dell’anima e della
tradizione popolare.

a Gabriella Ferri

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