La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



giovedì 14 maggio 2009


Vincere la noia per innalzare un altare di aspettative
È la sfida dei nostri malinconici giorni
Inizia a far caldo la pioggia evapora nel sudore
I muri delle città diventano un tappeto di volti da riciclare
La stanchezza mi induce a restare sveglio
Prolungare la veglia per rendere più dolce il crollo
Ho fame d’aria e di scenografie divergenti
Deformazioni anamorfiche, specchi infranti, lacrime di vetro
Vivere nelle stazioni, nell’attesa del vagone opportuno
Ascolto sempre più spesso le stesse canzoni. Ho bisogno di inni.
Identificarmi in un frammento di realtà
Resistere ai pallidi simulacri, allo sguardo arguto del burattinaio
Una girovolta di marionette, le messinscene della sera
Non vedo più la TV. Preferisco parlare con la mia gatta.
L’attesa dell’alba si sta consumando come l’LM che mi oscura

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