La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 26 giugno 2009

Il sogno di diventare grande

No. Non credo di potermi ritenere una sua fan. Eppure la scomparsa del cantante afroamericano ha suscitato qualche pensiero che vorrei condividere con chi legge queste poche righe. Quando esplose il mito di Michael Jackson ero una bambina. A sette anni non s'apprezza granché l'opera pop di un fenomeno musicale. Ma ho il ricordo vago di un cartone animato in cui cinque fratelli di colore, coi capelli ricciuti e arruffati, dimenavano i loro corpicini tra i colori e le fantasie di un cartoon. L'immagine che mi piace di più è proprio questa: il piccolo prodigio di colore che spazza via un mondo musicale fatto dai grandi.
Quasi mi viene di paragonarlo ad Arnold: altro piccolo protagonista dell'omonimo telefilm che negli anni '80 ci teneva incollati allo schermo. "Che cavolo stai dicendo, Willis?". Già, che cavolo stai dicendo... Arnold non era un bambino, in realtà era un nano e ci ha ingannati tutti a tal riguardo. Michael Jackson ha sognato di diventare un grande, un gigante, ma è rimasto schiacciato dal suo stesso peso. Non posso che augurargli di riuscire a riafferrare, nel magico mondo che adesso lo ospita, tutta la purezza e l'innocenza che brillava negli occhi accesi di un bambino prodigio che ha rinunciato a diventare grande.

1 commento:

  1. "Michael Jackson ha sognato di diventare un grande, un gigante, ma è rimasto schiacciato dal suo stesso peso". Come darti torto? Hai sviluppato un'osservazione molto interessante. Michael Jackson è rimasto vittima del suo personaggio; ciò gli ha fatto esplodere il mondo in testa fino al desiderio di essere diverso da sè, cambiando volto, pelle, tradendosi fino in fondo. . .

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