La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



mercoledì 3 giugno 2009

Socrate e compagnia bella

«Caro Michelangelo, tu mi hai chiesto che cos’è la filosofia e io ti ho risposto: non lo so. Bene credimi, sul serio non lo so. Ci campo sopra e anche bene. Oddio bene, diciamo benino. […]
Ad ogni modo per il mio lavoro, ma soprattutto per passione, in questi anni ho frequentato i grandi della storia del pensiero. E quando dico frequentato, intendo nel senso stretto della parola, o quasi. Con Socrate, Platone e compagni bella io sono andato a prendere il caffè, ho fatto lunghe passeggiate chiacchierando un po’ di tutto: di donne, di televisione, del traffico, del cibo, di computer. Insomma, della vita».
Così prende avvio l’ultimo libro di Luciano De Crescenzo: Socrate e compagnia bella, in cui affronta dieci tematiche filosofiche riconducibili al pensiero di altrettanti dieci amici filosofi che lo hanno sostenuto nel corso della sua vita con i loro insegnamenti e, a volte, con le loro follie!
L’autore decide di scrivere il libro per trasmettere a suo nipote Michelangelo tutto ciò che ha ricevuto dai grandi pensatori, rassicurando il quattordicenne che gli parlerà solo dei preferiti perché «i ragazzi, si sa, spesso profumano di ignoranza ed è giusto così, ma poi, quando si cresce è indispensabile la conoscenza. Gli adulti non profumano più e l’ignoranza non aiuta a vivere e tanto meno a pensare con la propria testa e quindi a essere uomini liberi».
Con leggerezza e acume lo scrittore napoletano riesce a cogliere i tratti salienti di ciascun pensator filosofo dipingendone, senza sbavature ed esagerazioni cromatiche, il profilo completo e spesso efficacemente divertente. Eraclito, ad esempio, lo definisce il «primo animalista della storia» perché «se la prendeva con quelli che per purificarsi dei peccati, sacrificavano gli animali”. Inoltre, sempre Eraclito, «si vantava di non aver mai avuto maestri. Quando sentiva il bisogno di consultarsi con qualcuno, era solito dire: “Aspettate un momento che vado a interrogare me stesso”». L’autore, quasi in un dialogo immaginario col filosofo sembra rispondergli sottovoce: “Vorrei farlo pure io, ma finora non sono riuscito ad avere un appuntamento”!
Il capitolo in cui affronta il pensiero di Galileo Galilei lo intitola La curiosità ed è davvero con spirito romantico che lo scrittore offre dello scienziato pisano una immagine tanto familiare quanto rassicurante e sincera, direi quasi da dirimpettaio di un appartamento condominiale: «Io Galileo me lo immagino così: in vestaglia, davanti a una tavoletta di legno, con in mano una palla di bronzo, e con un righello per misurare il livello dell’acqua nel bicchiere».
Per Nietzsche adopera l’aggettivo ‘esagerato’ e dato che fra le innumerevoli intuizioni che gli si possono accreditare, quella che a parere dello scrittore risulta essere più geniale è la dualità esistente tra l’apollineo e il dionisiaco, allora semplificando all’estremo, Nietzsche «nasce apollineo e muore dionisiaco».
Il capitolo di gran lunga più bello, anche perché caro allo scrittore - e tale sensazione la si avverte da subito! - è l’ultimo, quello intitolato Il tempo. Per affrontare la decima ed ultima lezione decide di far ricorso ad una squadra d’eccezione capitanata da Einstein, Sant’Agostino, Bergson e dal regista Federico Fellini. E quando al termine della lezione lo scrittore offre una sua intuizione su ciò che per lui voglia significare il tempo, bè… onora il lettore di una vera e propria pillola di saggezza filosofica.
A questo punto per il lettore ormai Michelangelo è pressoché un ricordo sbiadito. Chi legge, infatti, si è impossessato del ruolo di Michelangelo, veste perfettamente i suoi abiti e fa tutto suo l’augurio che lo scrittor filosofo gli lascia attraverso la carta stampata: «Il migliore augurio che ti posso fare è che questo libro, i suoi insegnamenti, e in generale la Cultura, la filosofia, riescano a regalarti una vita davvero larga».
Il lettore-Michelangelo ringrazia di cuore.

2 commenti:

  1. Se si favorisse la lettura del volume filosofico di De Crescenzo nelle intorpidite scuole italiane, probabilmente incontreremmo con minor frequenza un esercito di fanciulli omologati, scontati, del tutto incapaci di riflettere.

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