La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 6 novembre 2009

La carriòla

Il volo della poesia


E così saresti stata la pazza della porta accanto... T'avessi avuta come vicina di casa, come amica dirimpettaia, avrei liberato le tue mani dalle catene della tua prigione, dalle porte chiuse a chiave dell'intolleranza.
Superba è stata la tua notte sommersa nel candore spettinato di un cuore avido di passioni e amori, meravigliosa farfalla dalle ali fragili perdute nella ricerca di un volo di primavera.
T'ho letta, amata e odiata per quelle frasi che senza tregua m'hanno scavato l'anima sommersa a rintracciare un piccolo seme di eterno, di infinito.
Afferrai il mio primo libro con un'avidità da animale e mi persi per giorni interi a inseguire la musica delle tue ballate non pagate e quando, la vertigine ormai all'estremo, mi balzarono dinanzi quei versi: Ho gli inguini decisi come una donna ma son già lontana dalle richieste delle praterie, sconvolgesti ogni metrica, ogni parafrasi, ogni decenza che avevo conosciuta.
Chi non t'amo, mia amata? Ti vedo in uno di quei tanti scatti che t'hanno ritratta bella, vera, sonora, elegante, con le perle e l'immancabile sigaretta tra le dita dalle unghie smaltate. Che donna sei stata! Hai avuto tutto il mondo dentro l'anima, hai assorbito ogni mistero, ogni profondità della natura e nel Magnificat il tuo cuore di vergine ha scritto di immagini superbe. E l'incanto perduto tra le pagine innamorate di un libro che ha urlato di essere folle, folle, folle di amore..., ma quanto amore hai cercato, quanto amore hai amato nella tua vita?
Poi la tua ultima opera ...La nera novella... Capolavoro funambolico, pazzesco, frutto di una mente sana, oh sicuro, più sana di quei bianchi pazzi che ti costringevano lo spirito in una fottuta camicia di forza. Quelle miserie umane potevano imprigionarti il corpo, ma non hanno potuto catturarti l'anima!
La tua novella oscura s'è trasformata con un raggio di sole, magico avvertimento di un riflesso d'amore. Segui la luce dell'amore vero, quello che hai liberato in vita ora è ritornato fra le tue mani.
Mio fiore di poesia, troverò da leggere i tuoi versi e le tue emozioni anche nei righi mobili delle nuvole là sopra.

"Ma il giorno che ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. Divine, lussureggianti rose! Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori perché io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo e una linfa".
(A. Merini, L'altra verità Diario di una diversa)


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