La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



sabato 28 novembre 2009


Le vicende portate alla ribalta dell'attenzione pubblica da organi di stampa interessati perlopiù ad incrementare i dati relativi alla loro fruizione, mi disgustano profondamente. Prendere coscienza del fatto che ci sia con tutta evidenza una connessione - neppure tanto sotterranea - fra la dimensione degli eventi da prima pagina dei giornali e ciò che nel quotidiano urta con la resistenza inerziale della propria coscienza, al limite, mi deprime inquietandomi. L'aspetto consolatorio dell'intera triste faccenda sta nel fatto che l'inquietudine è principio di azione, di rifondazione del mondo. Essendo inquieto, il mio sguardo è anamorfico. Risponde alla violenza del mondo con la corruzione dello stesso mondo in uno specchio infranto. Il mondo deformato impone, ad ogni modo, di essere restaurato. Ed in questo senso, devo agire, non lasciando la barricata della sopravvivenza giornaliera. La fuga dal mondo è un'idiozia, un giochetto da depresso. Fugge dal mondo colui che arde dal desiderio disperato di essere ricercato, in una testimonianza sofferta di amore disinteressato, l'amore puro. Nausetato, "se mi avessero domandato che cosa era l'esistenza, avrei risposto in buona fede che non era niente, semplicemente una forma vuota che veniva ad aggungersi alle cose dal di fuori, senza nulla cambiare alla loro natura" (Jean-Paul Sartre, La nausée). Nel momento in cui la deformazione individuale del mondo raggiunge il suo culmine tragico, la meditazione splenetica, il principio di possibili suicidi e smarrimenti nelle folle metropolitane, diviene la ragione specifica dell'azione restauratrice. E' così che inizia un'autentica rivoluzione etica. Non potrebbe essere questa una straordinaria notizia?


1 commento:

  1. "E l'avventura comincia e l'uomo fa la storia quando il caso originale, con le sue pene e i suoi pensieri, diventa una Ragione nuova in seno alla sragione." (J. P. Sartre, Merleau-Ponty)

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