L'altra metà della mela... è bacata
Purtroppo è così, lasciatemelo dire. L’Italia intera, dalle Alpi alla Sicilia, è macchiata dallo spettro della corruzione. A chi mi viene a raccontare che al Nord le cose funzionino come il meccanismo di un orologio rispondo con uno sberleffo e una pernacchia. Lo stivale ha le stesse sporche sfaccettature da ogni punto lo si osservi, senza rimedio di sorta.
Eccolo, il mio caro studente modello con la borsa sotto il braccio, il suo mp3 nelle orecchie per poter scansare lo stress di nove ore di viaggio e una valigia colma di volontà di ferro e conoscenze professionali inappuntabili. Eccolo. Scende alla stazione di una città, la città dei Savoia, la città espressa nella forma della Mole Antonelliana e del Sacro Lenzuolo. Scende. “La città della svolta”, pensa. E certo, non ci saranno i soliti incantesimi deliranti che fluttuano in altri posti, in ben altre università dove solo gli indigeni hanno il dono di essere scelti per il tanto agognato dottorato. Eccolo, il mio laureato, specializzato, presto autore di libri che altri (magari proprio i destinatari di quei favoritismi tanto macchinosi e indecenti) studieranno. Nove ore di viaggio. E va bene, purché si creda di andare incontro a persone, istituzioni e professionisti seri e naturalmente onesti. Presto s’accorgerà, il mio buon stacanovista dello studio, che l’onestà, oggi e in questo Paese, è un bene prezioso, pressoché introvabile.
Giorno della prova. Un’ora di attesa snervante dovuta alla necessità di accordare, accomodare, sistemare venticinque candidati che, contravvenendo alle regole inderogabili del bando, dimenticano di presentare l’imprescindibile documentazione: la mancata presentazione, infatti, comporterebbe (scrivo il condizionale piuttosto che l’imperativo perché…be’, leggete pure avanti) l’immediata esclusione dalla prova scritta. E invece, no! S’è pensato bene (un pensiero lungo, durato un’ora) di ammettere tutt’e venticinque i poveri, teneri sbadati consentendogli di presentare con riserva i documenti richiesti. Curioso!, i magnifici venticinque sono tutti studenti della città di cui sopra. Santa coerenza! Immaginiamo se i documenti li avesse dimenticati uno che s’è sciroppato nove ore di treno! Stando a quanto deciso, il malcapitato sarebbe dovuto ritornare di corsa a casa per poi risalire sulle Alpi e poter consegnare le scartoffie richieste… ma proseguiamo.
Trascorre un’ora, dunque, inizia la prova, finalmente. Il mio studente modello è talmente bravo, talmente pazzo e geniale, da scrivere l’intero compito (ben otto pagine) direttamente in bella copia e senza nessuna benché minima cancellatura o correzione!
Riesce a rientrare - su settanta candidati - tra i primi cinque (solo i primi due posti attribuiscono il diritto alla borsa di studio) e il suo compito è definito eccellente. Sapete com’è andata a finire? È stato escluso perché il compito è stato invalidato. Motivo? Recava in calce la firma (!). Eppure non sta scritto da nessuna parte che la firma avrebbe dovuto essere evitata, né tanto meno i membri della commissione hanno ritenuto opportuno precisarlo nel momento in cui hanno dato avvio alla prova. Senza considerare che in altri concorsi dello stesso tipo la firma non è mai stata considerata condizione invalidante.
E così, avvilito, affranto e deluso, il mio caro studente modello beffato se n’è tornato a casa: è salito sull’ultimo treno della sera e ha percorso a ritroso la strada ferrata che l’aveva portato verso la tanta decantata correttezza e serietà che invade le bocche dei settentrionali. Saranno pure settentrionali, ma appartengono comunque al settentrione di una nazione chiamata Italia che si propone, da qualunque punto la si guardi, nelle diverse mosse indecenti di una povera sgualdrina. L’Italia burocratica, amministrativa, istituzionale è un vero flagello, un sotterraneo dalle fisiologiche funzioni corporali.
Mio buon caro studente, credimi, il tuo lavoro eccellente deve aver raggiunto un tale livello di perfezione che s’è presentato come una vera minaccia, come un vero gigante da abbattere: la verità è che avrebbe messo in serie difficoltà il compito dozzinale di qualsiasi altro candidato dalle ‘conoscenze oppurtune’ e dalla coscienza inesistente, che s’è visto promettere la tanto meritata borsa di studio. E come si può abbattere un gigante? Lo si fa cadere, mettendogli lo sgambetto.
Mio impareggiabile genio degli studi filosofici, non arrenderti. Deve ancora nascere l’essere che sconfigge i veri eroi, i veri combattenti.
Condivido pienamente le tue parole, Federica. Ci sono persone che veramente pensano che il Nord sia diverso dal Sud, che la corruzione sia un problema meridionale mentre invece è un problema italiano. Persone che chiudono gli occhi sulla realtà obbligando al rispetto delle regole senza vedere che quelle regole sono state create con la classica politica dell' "inter nos" per favorire un target prescelto dal sistema. Non bisogna mai smettere di lottare, e le tue parole sono uno strumento di lotta e di coraggio.
RispondiEliminaGrazie infinite, Cassandra, del tuo sostegno morale. Purtroppo, nonostante le mie parole riescano ad assumere le fattezze di uno strumento di lotta, a volte lo sconforto mi porta a credere che i giovani talenti italiani possano riuscire a trovare davvero la loro strada solo fuori da queste mura corrotte e scandalose della beneamata patria. Mi auguro che il futuro possa colorarsi di nuove, vere e non vane speranze.
RispondiEliminaAd majora.
Che dire? Ogni considerazione rischia di scivolare sul tappeto della banalità. Senza dubbio fa una certa impressione leggere sul blog la descrizione scientifica di una vicenda personale così problematica e complessa, talmente incisiva da causare una settimana di torpore depressivo. Ad ogni modo, la strumentalizzione di una disavventura privata al fine di tratteggiare i contorni di un quadro pubblico (perlopiù fosco e confuso) appare decisamente legittimata e sorprendentemente formativa. Grazie di cuore. Francesco
RispondiEliminaQuesta è l'Italia, la puttana che si vende al miglior acquirente. Mi spiace molto per il ragazzo sventurato che ci hai presentato e che se non ho capito male è forse Francesco. Sono profondamente incazzata, avrei voglia di scappare via, o di iniziare forse un'inutile rivoluzione. Noi ci salviamo la faccia denunciando. Ma servirà a qualcosa? Certo è sempre meglio di niente...
RispondiEliminaComplimenti per il bellissimo post
MARTA