La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



martedì 7 aprile 2009

R e q u i e m

Il cuore gonfio di pianto
si perde nei volti sfigurati dal terrore:
la terra ha scrollato le spalle ed ora
offre uno scenario bellico fatto di
sangue, polvere e detriti disordinati.

Un uomo s’avvicina
ai suoi piccoli con la razione
di pane quotidiano.
Sconforto lo assale
e le sue mani tremanti
trasudano lacrime amare:
la dignità di un padre
è dispersa per sempre
tra le macerie di una
esistenza caduta e rimpianta.
C’era una volta una
bambina che esercitava
la sua armonia
sui tasti amati di un
pianoforte.
La melodia l’ha rapita
e le sirene hanno coperto per sempre
quella musica dolce ormai lontana.
Non è più un campo spensierato
quello esteso sull’orizzonte non distante:
ecco, ormai ha perduto
i suoi colori naturali
e il verde ha lasciato spazio
alle sagome oscure
di molteplici feretri organizzati.

Eppure oggi è nato un bimbo,
immagine cara di speranza,
miracolo sacro della vita.
Fratelli, il vostro sacrificio
non scomparirà con i morti.
Essi hanno già avuto
la loro ricompensa
ma voi non siete soli:
è la solidarietà l’abbraccio
variegato esploso nel cuore
di una Nazione intera,
solidità di un cuore rapito
dalla volontà che compone
la sua rima nella parola Ricostruzione.

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