La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



giovedì 2 aprile 2009

S i l e n z i o

È solo uno sguardo.

Così immaginifica è la vertigine che sorvola
la sincopata marcia di un popolo,
di un popolo alla ricerca di un ultimo saluto
fatto di sguardi e di movimenti rotti,
rotti dal suono impervio che le scarpe lasciano
sulla pietra di un monumento sacro,
di un monumento acceso nel cuore turbato
dell’opera capitolina.
E mastichi la pura coloritura composta che
prosegue indomita e flessibile tra le
barricate gemellari della strada,
della strada lastricata di marcati porfidi sampietrini.
È solo uno sguardo.

Così salgono colonne di fumo come incenso
verso l’emisfero assoluto fatto di calce e sale,
mentre teste coronate di potenti (o uomini?)
piegano il vessillo all’utopia superiore,
un’utopia silenziosa che ora naviga incontrastata
verso le sembianze di un nuovo giorno.
E colui che raccoglie l’animosità di culture distanti
e credi opposti è solo un sognatore?

Il sonno eterno dell’Uomo Sacro,come squillo di tromba,
richiama la fede a mostrare un equilibrio,
un equilibrio fatto di mistero e di voci,
le voci nascoste nel cardine perfetto di un suono:
la voce della pace.
È solo uno sguardo.

Ciò che chiede il sognatore.

2 aprile 2oo5

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