La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



martedì 31 marzo 2009

L'incapacità di saper scegliere
Se si potessero calcolare le assurdità che coinvolgono questo povero vecchio mondo e se il mondo stesso potesse alzare la voce e diffondere il suo monito contro la banalità quotidiana che l’opprime e che tende ad attribuirgli, di nuovo, la posizione al centro del sistema solare, penso che l’intero blog di Pieghe libertarie non sarebbe in grado di contenere l’immenso calderone di sterilità morali e falsità mediocre che si librano nel cielo modesto dell’universo umano.

Telegiornali, giornali, programmi televisivi e talk show elaborati all’occorrenza martellano i sensi dell’udito e della vista con quella che sta diventando (o lo è già?) la piaga sociale per eccellenza. A cosa mi riferisco? No, non alla droga. E nemmeno alla delinquenza giovanile. Niente di tutto questo, sebbene costituiscano entrambe questioni delicate e gravi. Ciò a cui mi riferisco è qualcosa d’altro: la facilità con la quale gli adolescenti scoprono il mistero che avvolge la sessualità. Dico, gli interessati spesso non hanno ancora raggiunto la maggior età che entrano già a far parte di quell’universo lontano, di quell’universo strano che non può ancora appartenergli seriamente e che andrebbe scoperto lentamente. Bambine-madri che sconvolgono la propria esistenza e quella di eventuali figli-fratelli che vengono messi al mondo. Non ci si crede. Quasi fosse la storia inventata di un regista avanguardista e anche un po’ folle. Invece. E invece, no.
Dunque, tutti ne parlano. Nessuno risponde. E già, perché i genitori degli adolescenti mascherati da adulti fanno finta di non ascoltare, fanno finta di non guardare e quando, poi, il pericolo bussa alla porta di casa lo allontanano rispondendo che non hanno tempo di rimproverare, non hanno modo di recuperare. C’era una volta un libro di Moravia intitolato Gli indifferenti e il titolo ci sta tutto, è perfetto. Sono ‘indifferenti’ i genitori moderni? Sì, lo sono ma non basta. I genitori moderni sono quasi impalpabili: sono assenti, che è peggio. Ma poi!, lasciatemi sfogare contro quella scatola magica che propone scempiaggini megagalattiche! A parte qualche rarità (la famiglia Angela, i format giornalistici e qualche buon film), la televisione è davvero un immondezzaio cosmico (e con tutto il rispetto per la categoria degli operatori ecologici)! Io mi chiedo, come si possono mandare in onda quelle porcherie tanto poco intelligenti che fanno rima con volgarità e sudiciume cerebrale? E sì, avete capito bene che mi riferisco alle pareti corrotte di quelle quattro mura che fanno capolino ogni lunedì sul quinto canale della macchina infernale. Ma la sanità di mente come si arriva a stabilirla oggi? Mi dicono che i pazzi sono rinchiusi in manicomio. Credo che non sia vero. Credo che i pazzi siano i veri sani.
Restiamo sempre sul quinto canale o facciamo zapping? Mhh…, restiamo ancora un po’ sul quinto ma cambiamo giorno. Il venerdì va in onda un altro programma che potrebbe anche definirsi divertente se non fosse per quegli intermezzi diseducativi che, manco a farlo apposta, hanno per protagonisti dei ragazzini. E rieccoci di nuovo al problema iniziale: la sessualità come unico scopo degli adolescenti. Nel programma in questione non ci si fa proprio alcuno scrupolo nell’elaborazione dei testi e delle battute recitate con gran convinzione dagli attori-ragazzini. Non demonizziamo il quinto canale, però. Ricordo anche un’altra fiction andata in onda sul canale nazionale qualche tempo fa (Tutti pazzi per…) e che, mi pare, affrontava l’argomento non distanziandosi troppo da quella stessa linea di combattimento del filmetto del quinto canale.
Ma certo che non sono a favore della censura, è chiaro! Sono a favore, però, di quelle accortezze che vagano tra le righe e che andrebbero colte per assecondare la buona educazione.
Gli adolescenti, poi, dovrebbero imparare un concetto importante che oserei definire quasi pseudo-filosofico. È l’ideale della pecora nera. No, non ho bevuto, né tanto meno sono in preda a crisi d’astinenza da sostanze stupefacenti! Quello di cui parlo è un ideale di libertà, un ideale sacrosanto che permette d’andare in controtendenza. Perché l’adolescente può decidere di porsi controcorrente e di non seguire il gregge di pecore che si lancia nel burrone dell’idiozia. L’uomo veramente libero è colui che decide da solo senza condizionamenti esterni, senza proposte vessatorie che lo inducono a percorrere la strada più dissestata perché percorsa da chiunque. Non si deve aver timore di percorrere strade diverse, di scoprire terre incontaminate e conquistarle con la vera intelligenza. Dico agli adolescenti: non abbiate timore di urlare con una voce diversa da quella che imita il bee del gregge privo di carattere e personalità. Si ha sempre una possibilità diversa. Quella di saper scegliere.

2 commenti:

  1. Ok per quello ke dici sul GF, xkè è pienamente condivisibile. La critica alle fictions mi sembra invece eccessiva... le fiction (soprattutto quelle di successo) sono viste in quanto possono essere intese come uno specchio di quello ke succede nella società. Ognuno di noi si rispecchia in un personaggio piuttosto ke in un altro. Eppoi la sessualità è parte di noi da quando siamo nati. Anche i bambini hanno una loro sessualità-gioco. Sul fatto che spesso temi sessuali sono trattati con volgarità in TV non c'è dubbio anke se forse hai un pò esagerato...

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  2. Credo che tu abbia ragione nel dire che anche i bambini hanno una 'loro sessualità-gioco'. Il fatto è che sempre più spesso si perde la linea di confine che separa il gioco dalla vita reale e, perciò, trovo che a volte le fictions non s'ingegnino affatto nell'inculcare messaggi, tra virgolette, educativi e proprio perché hanno telespettatori di ogni età, sarebbe carino se fornissero ogni tanto qualche dritta su ideali un pò più profondi e seri. Riguardo al fatto che io abbia esagerato un tantinello, va bene, non hai torto: in fondo l'argomento, così come viene concepito e trattato in televisione, riesce sempre a toccare il fondo. Non ho potuto non fare altrettanto attraverso l'esagerazione! E se lo specchio riflette (al contrario) l'immagine che si trova dinanzi, nel nostro caso è uno specchio rotto: ciò che è narrato nelle storielle televisive accade davvero (purtroppo) nella vita reale.
    Ti ringrazio vivamente per il tuo intervento sulla questione.

    Federica Passarelli

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