La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



domenica 22 marzo 2009

Spiragli di socialismo
in piazza Farnese? Io c’ero

La manifestazione di presentazione pubblica del logo elettorale della lista rossoverde di Sinistra e Libertà è legata alla suggestiva titolazione: La primavera della sinistra. Il vento gelido che ci ha avvolti non lascerebbe sperare molto bene. Il tepore primaverile su cui gli organizzatori dell’evento hanno fondato la metafora del risveglio della sinistra non ci ha affatto coccolati: in piazza eravano fustigati da folate insidiose e malevole. Ho aderito con piacere all’evento, con l’umore proprio di chi non vuole affatto rassegnarsi all’estrazione esclusiva di numeri perdenti. La sinistra riformista libera il concetto di libertà dal sequestro abusivo e dalle violenze inflittegli dalle destre negli ultimi quindici anni, senza che nessuno abbia mai osato ristabilire le sue esatte coordinate identitarie. Le destre della semplificazione e del populismo da bar sport avrebbero riesumato magari Stalin o Pol Pot per poi capovolgere le sorti di un gioco che non potrebbero mai vincere, se non truccassero le carte. L’ulivo di Prodi è stato sradicato. I miei convincimenti liberalsocialisti e riformisti, ancorati al Manifesto del Partito Socialista Europeo, non possono declinarsi nel sostegno al Partito Democratico, il partito del tutto e del suo contrario. La politica, nel senso nobile del termine, intesa come piano inclinato nella prospettiva esclusiva del bene comune, esige chiarezza, scelte di parte, coraggio intellettuale, passione disinteressata, intraprendenza, determinazione, l'orgoglio di essere l’approdo ultimo di più storie imparentate.
Per tutte queste ragioni, sono rientrato da poco a casa, dopo aver trascorso il pomeriggio in piazza Farnese. Mi sento meglio, ho ricevuto una boccata d’ossigeno, un’iniezione d'energia, nonostante sia consapevole di spendermi per una causa più aristocratica (da intellettuale che non vuole rassegnarsi) che popolare, dacchè il vulgus è sempre più stretto alle catene auree del suo Patronus, talmente tanto da amarlo, lottando per la sua segregazione, come se fosse un riflesso di libertà.

1 commento:

  1. C'ero anch'io in piazza ieri, per gli stessi motivi che hai scritto tu. Non so come hai fatto, ma secondo me hai espresso il punto di vista di più persone... Di chi ieri era in campo.

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