La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



sabato 7 marzo 2009


Non cogliermi rami fioriti, oggi.

Non s’adombri il profilo d’una donna
col giallo intenso d’un fiore.
Si perde nel vento e
solleva la polvere
dell’ineguaglianza sociale.
Celebrare con un solo colore
l’essenza della donna
è dimenticarsi delle
sfumature e cancellare
il riflesso di luce che
erra nel Pensiero.
Celebrare un solo fiore è
il canto incompreso d’Antigone,
non rigenera vita, ma calpesta l’onore.

Non cogliermi quel ramo fiorito,
adesso.
Inventami fiori, dèttami poesie,
domani.

Alle donne che affrontano impavide le difficoltà della vita quotidiana, senza mai tirarsi indietro, senza mai abbassare la guardia.
Alle donne come Shirin Ebadi. L’Iran non è poi così distante, e la nostra fortuna è stata quella di nascere dalla parte opposta.
Alle donne che, con un vigore e un’energia sconosciute persino al sesso che si definisce ‘forte’, partoriscono figli che saranno il mondo di domani.
Alle donne che denunciano soprusi e violenze, ergendosi come rocce sulla stupidità di quelle bestie impotenti che alcuni osano addirittura chiamare ‘uomini’.
Questo è per voi.

Alle donne che sistemano all’orecchio la mimosa come una conquista da esibire in vecchie bettole dimenticate, e celebrano l’otto di marzo sull’altare della volgarità e della miseria concettuale: questo non è per voi. Perché è brindando col calice insulso dell’idiozia che acclamate al germe della disparità.
FEDERICA PASSARELLI

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