La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



domenica 15 marzo 2009

Invito alla lettura di Schlafes Bruder di Robert Schneider

La narrazione si snoda ritmicamente all’interno di una cornice montanara. L’ambientazione avviene in un irreperibile villaggio sperduto fra le Alpi austriache. Gli eventi risalgono ai primi dell’800. Fin qui nulla di particolarmente attraente. Si profila il testo riconducibile al filone fiabesto nordico, frammento di un genere letterario che, se non ha goduto di particolari successi in Italia, tocca tradizionalmente, invece, in maniera immediata le corde della sensibilità germanica e scandinava. Prima di essere pubblicato nel 1994 da Reclam, il romanzo fu cestinato da una ventina di editori. Considerati alcuni casi precedenti registrati dalla storia dell'editoria, si tratta di un elemento molto promettente. Non dico nulla sugli sviluppi della trama, per non prosciugare il gusto della lettura che mi auguro davvero di suscitare in un lettore di buona volontà. Per trascorrere una serata diversa dalle banalità del calcio e del teatrino della TV demenziale, volta ad intorpidire coscienze già sonnolente. Il protagonista dell’opera si chiama Elias ed è un genio musicale, istintivo ed incontenibile, ovviamente incompreso, in un paese in cui l’unica occupazione pensabile è quella di mungere le vacche. Elias conosce le voci del mondo, è in contatto simbiotico con la Natura che venera come la Madonna di un culto pagano sviscerato con carne e cuore. Elias sa comunicare con gli animali, sa sciogliere i cuori duri dei contadinotti con la sua arte magistrale, dacchè suona divininamente l’organo della chiesa pur non avendo mai visto uno spartito in vita sua. La prodigiosa sensibilità del giovane ha danzato sulla tastiera nelle notti d'insonnia sprigionando il canto miracoloso dell'anima. Elias ama Elsbeth, la cugina, espressione della normalità, sa di amarla da prima della sua nascita, dacchè sente che il cuore dell’amata è accordato con le sue pulsazioni da quando ondeggia nel grembo materno. La cugina si mostra interessata alle bizzarie di Elias, che è votato dall'infanzia alla solitudine e allo scherno, per via di quegli occhi gialli, davvero satanici… L’amore di Elias non può essere ricambiato. Elsbeth viene data in sposa a Lukas, uno dei giovani più promettenti del paese, con la testa sulle spalle. Quello di Elias non è l’unico amore non ricambiato. Sullo sfondo del pudore di provincia, Elias è amato da Peter, l’amico irrinunciabile, fratello di Elsbeth, l'unica anima di Eschberg che si degni di considerarlo, solo per amore. Elias sa di essere amato da Peter che può accarezzare il corpo tanto desiderato soltanto quando sarà violaceo e freddo. Se è vero che ama soltanto chi non dorme, soltanto chi può totalmente, in ogni istante di vita, darsi all’amato, Elias dimostra fino in fondo il suo amore disperato ed incompreso, sacrificandosi. Elias è il martire innocente dell’amore puro, l’artista autentico che paga a caro prezzo la sventura di essere nato nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato, in un villaggio tenebroso consumato da tre incendi enigmatici, gonfiati dal föhn invernale. In una notte di föhn, è sufficiente lasciare un cerino dietro la finestra per far scintillare un'intera comunità fra le nubi dense di tormenta. Il martirio di Elias purifica l’animo di Peter dalle schegge rivoltose del sadismo che lo fanno apparire come un ragazzo tanto strano. La lettura del testo è scandita da piacevolissimi spiragli di lieve umorismo (indimenticabile è la figura del sacerdote del villaggio), che preparano il lettore al finale catartico. Uno spartito di emozioni libertarie da sottoporre alle tonalità dell’anima, magari in una notte primaverile, una notte senza vento, una notte libera da luoghi comuni e ripetizioni incatenanti l'anima alle alienazioni dei giorni nostri.

Indicazione bibliografica: ROBERT SCHNEIDER, Le voci del mondo, traduzione di F. Cuniberto, Einaudi, Torino 2006, pp. 181. Euro 9.20. Dello stesso autore, mi permetto di segnalare, per i palati più sofisticati: Kristus, Neri Pozza, Vicenza 2006, pp. 550. Euro 18.50, il racconto della storia straordinariamente avventurosa di Jan Beukels (1510-1536), uno dei leader degli anabattisti di Munster, attivo nelle effervescenze variegate del primo luteranesimo. Un'altra storia, insomma, una storia da studiare.

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