La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



martedì 11 agosto 2009

Fenomeni di stanchezza


Fra i momenti migliori che conosco è quando ho appena lasciato un invito, quando sto seduto nella mia macchina, chiudo la porta ed inserisco la chiave, apro la radio, accendo una sigaretta con il lighter elettrico, poi innesto la marcia, il piede sull'acceleratore; gli esseri umani mi affaticano, anche gli uomini. Per quel che riguarda il sentimento, non me ne importa niente, come già detto. Qualche volta ci si lascia andare, ma ci si riprende. Fenomeni di stanchezza! Come nell'acciaio. I sentimenti, ho notato, sono fenomeni di stanchezza, nient'altro, per lo meno in me. Si è giù di corda! In tal caso non serve a niente scrivere lettere per non esser soli. Non cambia niente; dopo si sentono ancora solo i propri passi nella casa vuota. O ancor peggio, quando questi radioannunciatori che fan le lodi di un lievito in polvere, di biscotti per cani, che so io, poi ad un tratto smettono: arrivederci a domattina! E invece sono solo le due. Allora gin, sebbene a me il gin non piaccia, tanto per bere, e voci dalla strada, clacson oppure il rombo della sotterranea, ogni tanto il rombo di aerei, fa lo stesso. Mi capita allora di addormentarmi cosi, col giornale sulle ginocchia, la sigaretta sul tappeto. Mi riscuoto: a che pro? Da qualche parte un programma notturno di sinfonia, che spengo. Che altro? E allora sto li, col bicchiere di gin, che non mi piace, e bevo; sto fermo, per non sentire dei passi nel mio appartamento, passi che sono soltanto i miei. Tutto ciò non è tragico, solo faticoso: non si può dire buonanotte a se stessi . . .

M. FRISCH, Homo Faber. Un resoconto, trad. di A. Rendi, Feltrinelli, Milano 2005, pp. 85-86.

Nessun commento:

Posta un commento