La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 9 ottobre 2009

La carriòla


Liberté, égalité... fraternité?



Negli ultimi giorni s’è fatto un gran parlare di libertà e uguaglianza. Due paroline semplici, quasi innocue… concetti assolutamente essenziali in un mondo popolato da esseri umani che hanno idee e opinioni contrastanti su qualsiasi tipo di argomento.
Libertà e uguaglianza garantiscono una corretta e sana convivenza e un necessario rispetto reciproco. Ma cosa succede quando i due famosi pilastri del motto della Révolution Française vengono travisati e rigirati dalle menti contorte del potere politico?
Non voglio discutere di politica, non ne ho voglia. La politica, quell’attività che da sempre avrebbe dovuto essere il mezzo attraverso il quale i cittadini si sarebbero dovuti veder riconoscere il rispetto dei propri interessi. Già, la politica. [πόλις, Polis = città = cittadino]. Che formula magica!, e pensare che essa è divenuta un bieco e volgare strumento ad uso e consumo di uomini e donne accomodatisi sugli scranni di Montecitorio non di certo per sostenere le necessità del popolo, quanto piuttosto le proprie e quelle di parenti e amici.
Negli ultimi giorni s’è fatto un gran chiacchiericcio attorno al benedetto (eufemismo!) lodo Alfano, utile strumento per sottrarre le cariche politiche da eventuali processi e processini. Come se la legge non fosse uguale per tutti. Se non ricordo male ci dev’essere un articolo della Carta Costituzionale che garantisce l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge (l’articolo tre), ma si vede che ormai la Carta varata nel lontano 1948 non si tiene più tanto in alta considerazione, dato che va assumendo in misura maggiore le sembianze di un rotolo (non quello di Qumran) destinato ad un ben altro uso e a ben altre facce che non si vergognano di mostrarsi in pubblico.
Udite, udite! La Corte Costituzionale ha buttato alle ortiche il nodo, ops, lodo alfy. Qualcuno s’è risentito. È giusto. Chi ha processi a carico deve necessariamente risentirsi e… indispettirsi, già. Mentre non può trovarsi nulla di male nella considerazione fantasiosa elaborata dall’azzeccagarbugli che tutto nega e nulla conferma e cioè che: “Sì, la legge è uguale per tutti. Ma l’applicazione della legge non è uguale per tutti” – certo che chi sostiene una roba del genere ha indubbiamente problemi con il suo psicologo, perché una fesseria così mastodontica non può essere architettata dall’intelletto di un uomo sgravato da disastri psichici – ebbene, dicevo, mentre non si trova nulla di straordinario in un’affermazione del genere, è invece assolutamente scandaloso non pensare che la consulta sia composta da soli strateghi comunisti. Ma dài! È il delirio di un uomo che se ne va in giro saltellando con due piedi in una scarpa! È il frignare di un bambino a cui hanno rubato il lecca-lecca! Ma non può essere il comportamento di uno sano di mente! E come se non bastasse… “sì, sì… è …’nguè… è tutta colpa sua!”… Certo l’instabilità psichica e l’irresponsabilità morale si basano sulla necessità di attribuire le proprie inettitudini a qualcun altro. “Con chi posso prendermela? Con i giudici, già fatto. Col ministro alfy? No. Con uno più importante, con uno che sta in alto, magari su quell’odiosa collinetta che, si sa da che parte sta. Ah, ah!!”.
Non c’è più limite all’assurdità dell’homunculus faustiano. Mefistofele ha esaudito tutti i suoi desideri: potere, denaro e donnine in quantità industriale. S’è scordato di corrompere i giudici della consulta, però! Che maledizione! Tutta colpa, non del whisky, ma del Capo dello Stato!
Ma, homunculus!, i conti non tornano. La Corte Costituzionale, organo collegiale, è composta da quindici giudici. Cinque sono scelti tra i massimi livelli della magistratura, cinque vengono eletti dal Parlamento e cinque sono nominati direttamente dal presidente della Repubblica. Com’è che la partita s’è chiusa nove a sei? Ma dai, non è credibile quello che vai blaterando! E poi, prendersela col Capo dello Stato… non è da vero uomo. Sei caduto davvero troppo in basso, nemmeno le escort t’hanno gettato così tanto in fondo al pozzo della sciagurataggine. Ti ci sei lanciato da solo, non ti resta che chiedere aiuto allo zio Fester-Bondi o a Malaiuti che ha sempre la parola giusta nel momento sbagliato.
Comunque, mi povero homunculus, non ti resta che accettare la sentenza e rimanere coerente con i tuoi pensieri. Se non sbaglio, infatti, hai urlato che gli italiani sono sempre stati la tua immunità. Perfetto, scendi dal trono del tuo impero e vai in piazza ad abbracciare i tuoi italiani. Ora non puoi davvero negare di essere uno di loro, di far parte attiva del tuo popolo. Perché finalmente la LEGGE è UGUALE PER TUTTI.

2 commenti:

  1. Ho appena inviato il link del tuo post via mail a tutti i miei amici, perchè - cazzo - devono finalmente svegliarsi anche loro.
    Complimenti sinceri
    sei bravissima

    MARTA

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  2. condivido in tutto quello che scrivi...
    brava
    PEPPINO

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