La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



mercoledì 21 ottobre 2009


Quando le famiglie ostacolano l'insegnamento


La scuola in Italia non funziona: verissimo. Ma le famiglie non fanno certamente un buon operato per i propri figli intromettendosi nelle questioni scolastiche, intralciando il lavoro degli insegnanti o addirittura quello dei direttori scolastici.
Riporto qui il caso di una mia amica: 27 anni, diploma magistrale, laurea in filosofia con tesi in pedagogia, varie e accreditate esperienze con i bambini, insegnante in asilo privato. Questa giovane maestrina si è vista presentare un bel giorno una lettera diffamatoria, da parte di una madre, che metteva in discussione il suo operato. Lettera che è stata recapitata a tutte le altre insegnanti, alla direttrice e alle rappresentanti di classe. La mamma in questione affermava di aver assistito ad una punizione effettuata dalla giovane maestra ad uno dei suoi bambini: averlo lasciato al buio, da solo, nella stanza del riposino per circa 45 minuti.
Tralasciando l’imprecisione della donna su vari punti (non erano 45 min ma 5 in realtà!) e tralasciando inoltre le ragioni della punizione (basta dire che al bambino, mandato prima a letto, piace riposare totalmente coperto e al buio), il punto è che una mamma, (tra l’altro neanche la mamma del bambino) si è permessa di mettere becco nelle questioni scolastiche affinché la nuova maestra fosse rimproverata o addirittura espulsa.
Innanzitutto quel che occorre sottolineare è che il rapporto che si instaura fra maestro e alunno è molto singolare, che il maestro conosce i suoi bambini e sa come comportarsi, che bisogna affidarsi necessariamente alle istituzioni scolastiche, pubbliche o private che siano, se si vuole che l’insegnamento possa acquistare valore per la società e per i bambini.
A nulla serve ricoprire i figli di schermi protettivi perché l’intelligenza del bambino a volte supera di gran lunga quella dei genitori e perché la crescita del bambino si sviluppa anche attraverso esperienze negative, che la scuola in quanto ambiente di comunione e di rapporti sociali comporta necessariamente e per fortuna.
Il problema della scuola infatti non è solo istituzionale ma anche sociale. Se la scuola e gli insegnanti mancano di autorevolezza è dovuto in parte anche al diffusissimo atteggiamento “protezionistico” assunto dalle famiglie nei contesti scolastici.
E come non correlare questo problema a quello della disgregazione del nucleo familiare e alla difficoltà che mamme e papà hanno nel gestire casa, famiglia e lavoro?
Si compensa il tempo mancato con attenzioni e regali, ci si preoccupa che a scuola il bambino non viva situazioni negative né con l’insegnante né con i compagni di classe, ci si contendono le doti dei figli stimolando in loro il narcisismo e infine si utilizza la confidenzialità instaurata con gli insegnanti per poi trattarli come propri dipendenti. Questa è una deriva sociale a cui bisogna porre argine con molta attenzione e delicatezza.
Difficile il lavoro dell’insegnante, difficile il ruolo del genitore, difficile anche il compito del ministero dell’istruzione, che tuttavia deve agire pensando anche in questi termini.
Peccato che la Gelmini abbia ripristinato il maestro unico ragionando, ovviamente, solo in termini quantitativi, senza pensare invece alla triste fine cui destina quel maestro in suddetta situazione.

3 commenti:

  1. Cassandra, hai perfettamente ragione... qualche tempo fa un professore è stato schiaffeggiato dal genitore dell'alunno che si era meritato una grave insufficienza. Già sono malpagati i professori. Se poi sono anche sfiduciati dai genitori, tutto diventa più difficile...

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  3. Infatti...ormai la scuola è diventata una trincea. Ed è molto triste, perché si nega agli insegnanti quel ruolo fondamentale che hanno sempre avuto nella vita degli individui. Per me è così. Se guardo indietro scopro che alcune delle figure più importanti nella mia vita (da studente e non) sono maestri, insegnanti, professori...

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