La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



giovedì 4 febbraio 2010

Quel conformista maledetto
Negli ultimi giorni il vuoto delle trasmissioni televisive, anticamera di salotti starnazzanti, è riempito dalla vicenda che riguarda direttamente Morgan, da qualche tempo noto per essere un personaggio televisivo, piuttosto che un cantautore musicista che ha avuto l’occasione di collaborare anche con Battiato. Come ormai tutti sanno, ha sostenuto in un’intervista – in parte successivamente contestata – di assumere quotidianamente crack per scacciare i demoni della mente. Figuriamoci, persino Freud prescriveva dosi di cocaina come antidepressivi. Morgan infatti non è disposto a tirar su intonaco nel naso. Come tutti sanno, i vertici della RAI hanno deciso di bandire l’artista dalla partecipazione al prossimo Festival di Sanremo, per via della censura del devastante messaggio sociale che avrebbe raggiunto le orecchie suscettibili di tanti teenegers. Gli spauracchi della politica hanno colto al volo l’occasione per tornare ad occupare i riflettori dei telegiornali con i loro anatemi moralisti e bacchettoni. Penso a Carlo Giovanardi, che soltanto pochi mesi fa aveva sostenuto che le condizioni in cui si trovava la salma di Cucchi erano l’effetto dell’anoressia e dell’AIDS, piuttosto che delle torture che gli inflissero gli agenti penitenziari. Trovo la decisione di bandire Morgan dal Festival semplicemente ridicola. Sarebbe stata ragionevole soltanto nel caso in cui l’artista fosse stato invitato come ospite d’onore o giurato. Apologia dell’ipocrisia. Non è accettabile punire un individuo per comportamenti che riguardano esclusivamente la propria sfera privata. Se si intende moralizzare la TV, si chiudano programmi deliranti in cui svolazzano continuamente galline ed escort dell’ultimora, protette da parlamentari e dirigenti. Ad ogni modo, Morgan ha toccato il fondo con i suoi giochetti. Pretende di affermarsi come un intellettuale anticonformista, “maledetto”, senza poterselo minimamente permettere. Un maledetto non insegue avidamente l'attenzione pubblica, non compare quotidianamente in TV per mesi come giudice di un programma nazionalpopolare come X Factor, non si diverte a fare il provocatore. Non lascia esplodere inutili bombe (o bolle?) mediatiche soltanto per il gusto di far parlar di sé nei bar e nei saloni dei parrucchieri. Un artista maledetto non può partecipare al Festival di Sanremo, trionfo della canzonetta all’italiana da fischiettare nei caffè, palcoscenico dei balli tonti di quella zucca vuota di Emaluele Filiberto di Savoia. Per tutte queste ragioni – checchè se ne dica – Morgan è maledettamente conformista.

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