La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



giovedì 5 febbraio 2009

Sentinelle inquiete

Chiunque si ponga dinanzi all’esistenza con un’attitudine seria e se ne senta pienamente responsabile, sentirà una sorta di incertezza che lo spinge a rimanere all’erta. Il gesto che l’ordinanza romana prescriveva alla sentinella della legione era di tenere l’indice sopra le labbra per evitare la sonnolenza e mantenersi vigile. Un gesto significativo, che sembra imporre un maggior silenzio al silenzio notturno, per poter udire la segreta germinazione del futuro.

(José Ortega y Gasset)

La sentinella è inquieta per principio, come evidenzia anche il misterioso verso con cui Isaia (21, 11-12) fa riferimento ad una voce notturna che domanda: “sentinella, quanto resta della notte?”; la vedetta dell’ignoto risponde che la notte sta per terminare anche se l’alba non è ancora sorta ed invita a tornare, domandare, insistere. Credo che il passo di Isaia possa essere inteso come una proiezione metaforica di ciò che si dovrebbe fare oggi. Non dormire. Vegliare. Come dimostrano le notizie degli ultimi giorni, orde barbariche sono sempre potenzialmente galoppanti sulla linea dell'orizzonte. Vigilare. Ridestare le residuali difese immunitarie della cittadella della razionalità, assediata dall'esterno, in parte marcia all'interno. Domandare, innescare dubbi. Formare o stimolare la coscienza critica, scintilla dell'anima, nella notte che ancora non conosce le prime luci del mattino.

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