La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 19 marzo 2010

La carriòla

Il secolo dal lume sfocato

“Donna vende rene per sopravvivere”. Così riportava ieri una di quelle cartellette sistemate dinanzi ad un’edicola. Quanti giorni le consentirà di tirare avanti quel rene, mi sono chiesta. Vendersi a pezzi, man mano che la miseria aumenta: sfacelo macabro in cui incorre l’umanità. È davvero tanto impossibile tentare di sbarcare il lunario cercando di conservare la propria integrità corporale? E in questa triste risoluzione della propria esistenza, pensare che qualcuno riesce persino a perdere non l’integrità fisica, ma quella morale. Ce ne sono di esempi, ma uno degli ultimi si rivela in tutta la sua forza immonda nella scelta di alcune donne, qualcuno le ha chiamate ‘madri’, che hanno voluto affidare la loro totale inutilità ad un faccendiere dalle improbabili fattezze da guru indiano: e così si sono perdute dietro alla scia maleodorante di un ‘maestro’ casereccio dal nome inconfondibilmente italiano, non disdegnando di portarsi appresso creature innocenti sulle quali non avrebbero nessun diritto d’esercitare la loro maternità.
Tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo si propagò in tutto l’Occidente, come mai era accaduto prima, un fenomeno che a quanto pare ancora non riesce a schiodarsi dall’infausto terreno della labilità umana: il fenomeno della stregoneria. Un fenomeno diffusosi nei secoli scorsi non solo presso le classi medie e umili del tempo, ma anche presso la classe colta e che si rivelò espressione di una generalizzata incertezza esistenziale. Fu così, dunque, che s’andò formando una sorta di sensibilità morbosa, che percepiva la vita come un mistero, in gran parte influenzato da forze extraumane e maligne capaci di essere sfruttate a proprio vantaggio solo con mezzi magici posseduti e conosciuti da persone dotate di particolari poteri, chiamate stregoni, dando così inizio a veri e propri processi, divenuti sempre più numerosi e volti a concludersi solitamente con la pena del rogo. Nello stesso tempo i dotti presero ad elaborare i primi importanti tratti di demonologia per offrire agli inquisitori argomentazioni sicure e metodi opportuni di azione: il “Formicarius” del domenicano Johan Nieder, uomo dotto cauto e prudente ma decisamente convinto della realtà e della pericolosità delle streghe!; il “Malleus Maleficarum” (ossia Martello delle streghe) dei domenicani tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Institor, pubblicato addirittura con l’approvazione dell’imperatore! Da allora i processi non si contarono più e solo la prudenza, a volte di qualche vescovo rinsavito o il risentimento sporadico della popolazione riuscirono a limitare la crudeltà delle torture, dei roghi e della ‘caccia alle streghe’. Ormai tutti erano convinti della loro esistenza, dal papa all’imperatore, dalle università agli stessi giudici laici e questo contribuì a favorirne un costante incremento che toccò la sua punta massima nel mille e seicento per poi esaurirsi soltanto dopo la metà del mille e settecento, nel “secolo della ragione”.
Il secolo della ragione avrebbe pertanto fatto cadere il sipario sulle convinzioni temerarie di alcuni infelici sostenitori della caccia alle streghe.
Eppure, com’è che ancora nel ventunesimo secolo, quello per intenderci, delle innovazioni tecnologiche, delle scoperte scientifiche, della ricerca medica, com’è, allora, che ancora oggi una infinita fetta d’umanità alza il lembo del tendone per farsi leggere la mano dalla fantomatica zingara e osservare il proprio avvenire attraverso l’aria opaca di una sfera magica? Per trovare un cantuccio in cui rifugiarsi quando si è sopraffatti da quella ‘incertezza esistenziale’ di cui si parlava prima… Che bestialità! Per caso non sarebbe più prudente e valido rintracciare la strada verso la certezza esistenziale scrutando dentro il proprio cratere dell’intelletto e della sapienza umana? Ognuno dovrebbe averne una modica quantità per non cadere nella trappola, almeno credo.
Altra bestialità senza limiti è quella di chi cerca il sentiero verso la felicità nel candore virgineo della polvere bianca. Anche questa è pura stregoneria, no? Tanto più quando nel percorrere tale via si calpesta la speranza di vita di un pargolo di otto mesi. Sull’argomento, però, devo fermarmi perché non riesco a trovare epiteti raffinati da destinare a quei due dannati che immeritatamente si sono arrogati il ruolo di genitori.
Elisa Claps murata viva all’interno delle mura di una chiesa… Ma siamo davvero sicuri di non esser saliti sull’aggeggio infernale del professor Zapotec che faceva viaggiare Topolino e Pippo indietro nel tempo?

Continua la caccia alle streghe e alle fattucchiere, l’affidamento alle capacità esoteriche di maghi e guru paesani… Ma che abbia inizio un sabba liberatorio, non quello di Valpurga! Ci si ricongiunga carnalmente al proprio intelletto e alla propria maturità spirituale! Al diavolo, è il caso di dirlo, tutte le corbellerie che l’epoca moderna ruba senza rossore ai tempi antichi…

“Perciò animo, poeta, fate parlare la
fantasia e tutti suoi coribanti: la saggezza,
la ragione, il sentimento, la passione;
ma ricordatevene, non senza un pizzico
di follia!”.
(Goethe, Faust)

Nessun commento:

Posta un commento