La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



venerdì 12 marzo 2010

La carriòla



Intendiamoci, son tempi duri. Il prezzo della benzina che continua ad aumentare, le condizioni meteorologiche che minacciano un ritardo primaverile, la mano pesante di Padre Georg che non ha ricusato di raddrizzare le note scomposte dei piccoli coristi (mi chiedo se ai mini-cantori non abbia provocato un astio irrimediabile nei riguardi dell’arte musicale…), le nuove scoperte sul caso dell’omicidio Orlandi. Nuove scoperte? Mi pare che non si sia scoperto proprio un bel niente e perciò che t’hanno fantasticato? E be’, in mancanza di buone nuove s’è ritenuto più trendy riesumare la tanto temuta banda Bassotti?, no! banda della magliana. Quando non si sa a chi affibbiare le colpe. Certo, quello dell’attribuzione delle colpe è un tema molto sentito in Italia. Pare, ma pare solamente, eh!, che la mancata presentazione delle liste sia stata macchinata dai radicali (liberi?) e dalla sinistra (ormai pari, per responsabilità, alla banda della magliana). Ma com’è stato? Hanno fatto lo sgambetto al delegato che stava per entrare nell’ufficio competente ad accogliere le liste? Ah, ho capito. L’arcata dentaria gli è saltata e lui ha dovuto fiondarsi nel primo studio dentistico dimenticandosi completamente delle liste.
Tempi duri, son tempi duri e confusi. Però, intanto, in tutto questo bailamme senza uscita una cosa lodevole s’è compiuta. Finalmente il tanto corteggiato legittimo impedimento è diventato legge! E che diamine!, almeno questa soddisfazione. Adesso per diciotto mesi possiamo star tranquilli, non accadrà nulla perché niente e nessuno potrà distrarre i nostri governanti dal loro ruolo istituzionale. E meno male. Poi, chissà, ne passeranno altri diciotto e altri ancora e se ci dice giusto, si potrà anche cadere in prescrizione. Magnifico!
Ora però avverto l’esigenza di affidarmi ad un buon libro. Sì, è d’uopo. Un caro, buon, vecchio libro che riesca a farmi naufragare verso spiagge incontaminate, colme di frutti e fiori: quelli della conoscenza.
Oppure no…, chissà, magari potrei distrarmi grazie all’estro inedito del chitarrista mancino di Seattle. Ecco, ci risiamo. Quando non si sa più come riemergere dall’oblio, le case discografiche che ti propongono? La raccolta inedita di certe vecchie glorie della musica. È il turno di Jimy Hendrix, magnifico esemplare di musicista talentuoso e insostituibile, a parer mio il migliore che l’universo musicale della cassa armonica a sei o dodici corde abbia avuto. In fondo, riassorbire tramite l’orecchio quei suoni metallici e quelle note traboccanti d’essenze magiche non è affatto un’idea malvagia. Mi allontana dalla confusione metallica che ci sovrasta senza pietà.
E così chiudo, ritiro la carriola dal mercato dei pensieri liberi e bivacco sulle lucide follie di un artista eterno come i classici della letteratura.
Ad maiora.

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