La carriòla
Trompe-l'oil
E pensare che avevo quasi deciso di abbandonare la nave… e dicevo tra me: “Ma chi vuoi che legga articoli che si perdono nei meandri delle pagine sconfinate della beneamata letteratura. A chi vuoi che interessi conoscere le mie lucide follie che fanno capolino tra i capolavori di scrittori russi o portoghesi. Chi può trovare interessanti quei perduti componimenti poetici che si sbracciano e sbraitano e mi minacciano con i loro versi e versacci perché pretendono di vedersi riconosciuta almeno la pubblicazione sul blog?”. Strano modo di comunicare. Curioso amplesso di favole sempiterne che impongono all’essere umano il desiderio, a volte increscioso, altre volte puramente da analisi psichiatrica, di rivelare ciò che, silenzioso, macina dentro l’anima.
Ecco quali pensieri si proponevano l’uno dopo l’altro come visitatori presuntuosi e inopportuni e mentre io stavo già tentando di accontentarli nelle loro richieste…♪ ♫ ♪…la colonna sonora di Lupin (la mia suoneria. Reminiscenze infantili! Ma la sigletta soffiata nella fisarmonica del cartoon era davvero tanto carina!) comincia a reclamare la mia attenzione. Rispondo. L’autore del blog mi propone l’inserimento di una ‘mia’ rubrica. Che dirgli? Che qualche rigo più su avevo pensato bene di dare le dimissioni e tuffarmi con la mia piccola scialuppa nel mare dell’incertezza? Sì, va be’. Glielo confesso. Ride. Ride? Ma non sto scherzando! Tra i suoi incontestabili articoli filosofici e l’estro inconfutabile del buon Mirza, la mia penna diventa assolutamente inopportuna! Santa Misericordia (espressione questa che, a detta di qualcuno, vale come segno di identificazione), non c’è scampo per me! C’è un piccolo legnetto, lì lontano, lo raggiungo e cerco di approdare alla riva della razionalità.
Ma mentre il pensiero silenzioso mi ubriaca con tutte queste congetture, il silenzio viene interrotto dalla mia folle risposta sonora: «Mah, vedremo. Cercherò di pensare al titolo da dare alla rubrica». Com’è che a volte si pensa una data cosa e dalla bocca vien fuori il pensiero materializzato al contrario? No. Non cito in giudizio l’incoscienza, né tanto meno l’acume investigativo di Freud e compagnia bella. L’ho detto: lucida follia. Solo, lucida follia.
Ah, il titolo della rubrica? La carriola...
Ma mentre il pensiero silenzioso mi ubriaca con tutte queste congetture, il silenzio viene interrotto dalla mia folle risposta sonora: «Mah, vedremo. Cercherò di pensare al titolo da dare alla rubrica». Com’è che a volte si pensa una data cosa e dalla bocca vien fuori il pensiero materializzato al contrario? No. Non cito in giudizio l’incoscienza, né tanto meno l’acume investigativo di Freud e compagnia bella. L’ho detto: lucida follia. Solo, lucida follia.
Ah, il titolo della rubrica? La carriola...
Questa non è lucida follia, sei brava e nn dovresti farti tanti problemi. quando posso faccio un salto su questo blog scoperto x caso, come spesso succede . . . alcune cose sn troppo pesanti per me, anche se ci sono diversi spunti da leggere. mi piace il fatto che ci sono diversi autori che scrivono diverse cose, io penso di seguirti,.
RispondiEliminaciao
MARTA
Se avessi abbandonato la nave avresti avuto un esercito di bagnini alle spalle pronti a riportari sul vascello. Leggo da sempre questo blog,da poco ne sono diventato autore (sono felice e spaventato), il tuo contributo è necessario e prezioso tanto quanto quello degli altri,sei davvero in gamba!. Ricorda: ogni testa è un fantastico mondo.
RispondiEliminaDevo urlare un portentoso GRAZIE!! a Marta e Vincenzo che mi hanno fornito un alibi perfetto a sostegno della mia scelta di restare a bordo! Se dovessi scrivere sul blog per due soli lettori, lo farei in loro onore. Infinitamente grazie. Spero di non deludere le attese!
RispondiEliminaApprofitto dello spazietto riservato ai commenti per stringere la mano a Vincenzo e augurargli in bocca al lupo per l'aria di novità che i suoi articoli diffonderanno tra le 'pieghe' sciorinate nell'universo telematico!
Essere diventato uno degli autori di pieghe mi riempie l'anima di gioia e come te sento il peso della responsabilità verso chi crede in Vincenzo, cercherò con tutto me stesso di rendere questo labirinto intellettuale ancor più fitto e colorato, perchè no!
RispondiEliminaGrazie Federica per la calda accoglienza, sono sicuro che i tuoi lavori continueranno a ricevere gli onori che meritano.
Grafica molto carina...ma il titolo... cosa significa? cosa c'entra?
RispondiEliminaIl trompe l'oil, letteramente "inganna l'occhio", è una tecnica pittorica in uso già nell' antica Grecia e a Roma. Essa consiste nel dipingere uno sfondo apparentemente reale su di una parete per farla sparire alla vista. Un tipico murale trompe-l'oil può rappresentare una finestra, una porta o un atrio per dare una falsa impressione che la stanza sia più grande.
RispondiEliminaL'espressione pare nata nel periodo Barocco, ma l'uso del trompe-l'oil, molto precedente (si rammentino opere come la Camera degli Sposi del Mantegna o il finto coro di Santa Maria presso San Satiro del Bramante), prosegue fino all'età contemporanea.
Ho deciso di dare questo titolo all'articolo perché mi è sembrato rappresentasse bene l'idea dell'osservarsi dal di fuori... ma chiarirò meglio ogni cosa nell'articolo della prossima settimana!
GRAZIE PER LA TUA SPIEGAZIONE CHIARISSIMA. PENSO DI AVER CAPITO ORA IL SENSO DEL TUO SCRITTO.
RispondiEliminaBUONA DOMENICA