La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammette
Georges Canguilhem



mercoledì 2 settembre 2009

La svolta apparente

Qualcuno mi ha fatto notare che ultimamente scrivo sempre più spesso in prima persona, privilegiando la materia autobiografica piuttosto che la considerazione delle flessioni ondivaghe della stagione politica. È vero in parte. Se pensava che il blog fosse un’appendice de L’Unità o de Il Manifesto ha davvero commesso un peccato d’ingenuità. Non si tratta di un’esigenza di disimpegno, dal momento che non sono mai stato così attento e vigile come in questo momento. Ho firmato l’appello di Repubblica per la libertà di stampa. Dal 1994 – quando avevo dieci anni già provavo a capire certe cose – il mio tasso di antiberlusconismo non è mai stato così elevato, al limite del vomito insofferente verso ogni etichetta. Conati di libertà esasperata. Disgusto etico. Il punto è un altro. Sono profondamente imbarazzato, le barriere del pudore sono state ormai scardinate. Ho difficoltà a proseguire i pasti dopo che il TG1 ha caricato l’obiettivo sui deliri di Gasparri o si è concentrato sull’eloquenza asservita del Capezzone di turno. Eppure non non ho mai avuto problemi di appetito. Preferisco ascoltare vecchie canzoni e leggere romanzi clandestini, rintanato nel mio rifugio. Prima o poi i barbari lasceranno lande di devastazione. Allora si potrà uscire.

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