L i b e r t à
E non mi chiami per nome.
Il mio nome non l’hai mai saputo.
Serrato tra gli inguini della
ragione, resto seduto a guardare
il tormento di un guerriero.
Non è freddo il tuo cavèdio
e la tua fioritura di stagione
sgambetta al ritmo binario
di un movimento naturale.
Solfeggiami sulla corda del
giorno ché la chiglia non si
frena nel mendicare la libertà.
Segui l’impronta del mio
nome prima che la partitura
chiuda il suo broccato rosso
cadendo su una pausa.
Riecheggia nella bocca dei
navigati conoscitori il mio nome,
mentre tu bruci soltanto ingoiando
la spremitura del suo pianeta sconosciuto.
E non mi chiami per nome.
Il mio nome non l’hai mai saputo.
Serrato tra gli inguini della
ragione, resto seduto a guardare
il tormento di un guerriero.
Non è freddo il tuo cavèdio
e la tua fioritura di stagione
sgambetta al ritmo binario
di un movimento naturale.
Solfeggiami sulla corda del
giorno ché la chiglia non si
frena nel mendicare la libertà.
Segui l’impronta del mio
nome prima che la partitura
chiuda il suo broccato rosso
cadendo su una pausa.
Riecheggia nella bocca dei
navigati conoscitori il mio nome,
mentre tu bruci soltanto ingoiando
la spremitura del suo pianeta sconosciuto.
Davvero sublime
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