Errata corrige: quando dico, nell'ultima frase, che il prete potrebbe essere accusato di pedofilia o sodomia (a buon ragione per tranquillizzare il mio lettore Marco! che potrà leggere la mia risposta al suo commento), non intendo affatto porre sullo stesso piano il crimine di pedofilia con l'omosessualità, forma d'amore rispettabilissima.
La vita è esperienza, cioè improvvisazione, utilizzazione delle occasioni; la vita è tentativo in tutti i sensi. Donde il fatto, a un tempo imponente e assai spesso misconosciuto, delle mostruosità che la vita ammetteGeorges Canguilhem
mercoledì 26 dicembre 2012
Errata corrige: quando dico, nell'ultima frase, che il prete potrebbe essere accusato di pedofilia o sodomia (a buon ragione per tranquillizzare il mio lettore Marco! che potrà leggere la mia risposta al suo commento), non intendo affatto porre sullo stesso piano il crimine di pedofilia con l'omosessualità, forma d'amore rispettabilissima.
martedì 25 dicembre 2012
martedì 18 dicembre 2012
lunedì 17 dicembre 2012
Don't lie to me
Eccomi tornato tra le “pieghe” .
giovedì 6 dicembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
domenica 18 novembre 2012
giovedì 15 novembre 2012
Senza se e senza ma, i ragazzi sono sacrosanti, inviolabili. Chi fa violenza a un ragazzino commette un crimine contro l’umanità, ovvero si rende disumano, volta le spalle alla civiltà per sposare le cause oscure della barbarie.
domenica 4 novembre 2012
venerdì 2 novembre 2012
venerdì 26 ottobre 2012
sabato 20 ottobre 2012
sabato 22 settembre 2012
venerdì 14 settembre 2012
“Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo le vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un’immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato sapere; è senza regola, almeno apparente”.
Maria Bellonci è la signora che ha elaborato ‘Rinascimento privato’, romanzo in cui si narra la vicenda di Isabella d’Este Gonzaga, marchesana di Mantova. Maria Bellonci è anche colei che insieme a suo marito Goffredo ha ideato, nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quel riconoscimento letterario che s’esprime nel famoso premio Strega. Casa Bellonci era il ‘covo’ di letterati, intellettuali, scrittori: i cosiddetti ‘Amici della domenica’ (dal giorno prescelto per le loro riunioni). Proprio da questo sodalizio nasce l’idea di contribuire, attraverso un premio, alla diffusione della narrativa italiana. Nel 1947 si tiene la prima edizione del premio Strega, dal liquore prodotto dalla famiglia di un giovane industriale, Guido Alberti, che per spirito mecenatesco e amore per la cultura si è unito al gruppo. Non pensiate che il premio riconosciuto a Maria nel 1986 sia una ovvia vittoria dovuta al ruolo avuto in ordine all’esistenza del premio suddetto. Maria muore nel maggio del 1986 alla vigilia della presentazione del quarantesimo premio Strega, a cui con sofferta decisione ha accettato di concorrere incoraggiata dal sostegno di amici ed intenditori. Ma Maria è davvero una signora del bello scrivere, una superba scrittrice e una instancabile studiosa. Donna d’intelligenza pura e verace, immersa completamente nei libri che ha saputo giovarsi, nei primi anni di matrimonio con Goffredo, di quell’apprendimento libero e personale ispirato all’educazione alla bellezza, all’arte e alla letteratura che il marito seppe impartirle attraverso la lettura dei classici e delle visite a chiese e musei di Roma.
A questo punto vi state chiedendo chi è Alessandro. Alessandro Piperno è lo scrittore romano che quest’anno ha vinto il premo Strega. Ma avrei potuto citare Baricco, Ammaniti, Mazzantini, tutti scrittori contemporanei che propongo uno stile moderno e lontano anni luce da quello profondo, articolato e strutturalmente complesso della Bellonci. Ma questa non vuole essere una critica. Gli scrittori sono cambiati perché forse sono cambiati i lettori. Dicevo più su che ‘Rinascimento privato’ è stato il mio compagno durante la settimana di vacanza al mare. Grave errore! Perché il capolavoro di Maria avrebbe richiesto un contesto ambientale completamente diverso! Ovvero, una poltroncina accanto alla finestra, un taccuino di appunti (che comunque non m’è mancato, essendo il fratello siamese di ogni libro di turno), silenzio, animo teso alla lettura e libri storici da consultare. Bé, so cosa state pensando, che se bisogna attrezzarsi a questo modo per rilassarsi con un libro allora è meglio lasciar perdere. Ma così ragionate alla istessa maniera di quella persona che recensendo il libro in questione avvertiva la necessità di sottolineare quanto fosse pesante andare a ricercare sul dizionario termini sconosciuti e parole inusitate. Invece io credo che sia anche questo il bello della lettura! Esplorare concetti e pensieri imparando a conoscere anche parole nuove e diverse da quelle che si spendono a vuoto sui giornali o nella televisione. Con la crisi che c’è oggi della lingua italiana! Non sarebbe ideale cercare d’esprimersi in un italiano più forbito e meno squallido? Non ho alcuna intenzione di sminuire i recenti romanzi a cui è stato attribuito il riconoscimento letterario ‘stregato’, tra l’altro ho apprezzato oltremisura il buon Pennacchi col suo ‘Canale Mussolini’ di qualche anno fa, anzi, guai a chi reclama! Posso riuscire a comprendere questo salto di stile, salto nel vero senso del termine, ovvero, salto in lungo tanto da superare lo stile perfetto della scrittura soltanto richiamando alla memoria ciò che è accaduto nel Duecento. Sì, sì, chiarisco.
Come sapete l’uso del volgare, nella letteratura, nacque nel corso del Duecento e fu indice di cambiamento profondo nella struttura sociale italiana, ma rivelò e condizionò un rapporto nuovo fra scrittori e lettori, e segnò e provocò la formazione di un pubblico nuovo. Chi scriveva in volgare rinunciava, per questo fatto, ai suoi lettori transalpini, e non parlava più che ai soli Italiani, i soli in grado di intenderlo, tanto che Dante nella sua gioventù potè scrivere, con ingenuità giovanile, che i primi a poetare di amore in volgare lo avevano fatto perché altri mentile donne, che ormai non conoscevano più il latino, non lo avrebbero inteso (“Vita nuova”, XXV). Chi dunque, scriveva in volgare da una parte restringeva il suo pubblico, ma, da un’altra parte, lo allargava, potendo essere compreso da tutti gli Italiani, anche da quelli – e ormai erano i più – che intendevano solo il volgare. Ma appunto per questo, per questo rivolgersi ad un pubblico italiano e non più supernazionale, la nuova letteratura assumeva un carattere nazionale e si faceva interprete delle esigenze, degli interessi, dei sentimenti dei soli Italiani, sicché può essere detta Italiana (G.Petronio – L’attività letteraria in Italia).
È per questo dunque che il libro di Piperno l’ho letto in tre giorni e quello di Maria Bellonci in quattro settimane! È dunque cambiato il pubblico di lettori se oggi si propone una scrittura più veloce che corrisponda anche ad una lettura più rapida. Va bene così purché si legga, però, miei cari, non tralasciate di dare spazio anche a letture un po’ più impegnate, più corpose, più superbe che possano migliorare i contorni del pensiero e delle facoltà intellettive. Leggete ‘Rinascimento privato’, non lasciatelo marcire nello scaffale dimenticato di una libreria! Neghereste a voi stessi l’incanto di una storia mai raccontata prima con tanta raffinatezza e capacità d’espressione.
Bene, e adesso, dopo Maria mi attende un’altra signora dallo stile inconfondibilmente elegante: Anna Banti. Se avete letto ‘Noi credevamo’ dovete assolutamente leggere ‘Artemisia’. Ah, già e come fate… ‘Artemisia’ non è più in ristampa dagli anni ’70… Dovete sapere che ho provato a contattare via e-mail la casa editrice Mondadori, provando a sottoporle la possibilità di ristampare questo libro che io sono riuscita a trovare su e-bay in una edizione tascabile del 1974. Cos’ha risposto la segreteria letteraria della Mondadori? Attraverso un messaggio preordinato m’ha scritto che se saranno interessati mi contatteranno. (!!!) Se saranno interessati mi contatteranno? Ma non devono dare alle stampe un mio libro!! Che il diavolo se la porti! Sono davvero consapevoli ed esperti coloro che dovrebbero avere una visione totale della letteratura italiana! Vergogna indicibile non provvedere alla ristampa di opere così valide come quelle di Anna Banti. Ne trarrebbe giovamento quell’ampia fetta di pubblico di lettori appassionati e volendo anche la scuola, perché alcuni libri dovrebbero entrare a far parte del programma didattico nel settore della narrativa da proporre agli studenti. Ma tant’è.
E voi, miei cari, leggete, leggete sempre senza stancarvi mai!
Ho nell’orecchio una conversazione
di qualche anno fa […]
[…] era da presumere che avesse pensieri
tutti propri nascosti in una nicchia
o in un rifugio dai quali prendeva coraggio;
perché solo una sosta nel luogo interiore
che appartiene al nostro regno inviolato
ha il potere di restaurarci.
(M. Bellonci, Rinascimento privato)
mercoledì 8 agosto 2012
L’altro giorno un carabiniere mi intima lo stop con un vigoroso sventolìo della paletta. Indossavo regolarmente la cintura, tutto era perfettamente in regola. “Patente e libretto, prego!”. Estraggo dal portafoglio la patente e gliela consegno. Non mi dà il tempo di prendere il libretto. Mi dice: “Ma tu sei il figlio di ..?”. Chiama in causa mio padre, comandante dei vigili urbani. Non rispondo, lo fisso con rassegnazione. “Puoi andare…, vai, vai”. E io, immedesimandomi nella scena filmica che propongo di seguito, tratta da Auguri professore, rispondo: “Non le interessa più il libretto? Attenda un attimo, lo prendo…”.
sabato 4 agosto 2012
Vivere e viaggiare. Attraversare lande deserte, folle confuse, sere anodine. La pace in sé, il caos all’esterno. Il patologico è più interessante del normale. Le ripetizioni stancano. Viaggiare per scoprire nuove Americhe. Le vele nere del ritorno. Vivere e dimenticare.
giovedì 2 agosto 2012
lunedì 30 luglio 2012
lunedì 23 luglio 2012
L’anniversario della strage di Utoya è stato macchiato dal dispiegamento pubblico dell’odio corvino coltivato a lungo da tal James Holmes, ventiquattrenne disadattato e misantropo. Se Breivik era animato dal livore manicheo proprio dei fanatici, armato dai deliri omicidi dell’ideologia nazista, il ragazzo di Denver confondeva videogame e realtà, finzione cinematografica e quotidianità. Commemoro le vittime sacrificali della loro vacuità esistenziale, proponendo il momento culminante di una manifestazione tenutasi nella scorsa primavera ad Oslo: quarantamila cittadini hanno intonato, seguendo Lillebjørn Nielsen, cantore di pace e uguaglianza, la canzone più detestata dal nazi-killer. Il gesto può valere anche per l’alienato americano. Bisogna reagire contro l’esibizione dell’intolleranza violenta, riaffermando, con convinzione ma pacificamente, i princìpi minacciati dagli assassini.
domenica 8 luglio 2012
In secondo luogo, ho notato che la stampa locale ha elogiato con enfasi da rotocalco le capacità organizzative di alcune associazioni giovanili che sono riuscite ad allestire una manifestazione, spacciata per notte bianca (!), che ha fatto convergere una massa ingente di persone nel corso principale della città. Notizia superficiale, dovuta a una considerazione istintiva o distratta dello stato effettivo delle cose. Quali sono i meriti dei sodalizi tanto celebrati? Sono fittizi, virtuali, privi di una sede e di regolamenti ufficiali. Sul fondo della loro ambiguità istitutiva, svolgono apparentemente funzioni di volontariato. In realtà si tratta di conventicole di disoccupati che traggono vantaggi della gratitudine dei mercanti del corso, che, nascosti dallo scudo benemerito ma falsario del no profit, incrementano gli interessi per la moltiplicazione prodigiosa degli avventori, e al tempo stesso sono esenti dal vincolo dell’occupazione di suolo pubblico. La consueta confusione fra pubblico e privato, sigillo mortifero del berlusconismo più pornocratico, che – ahimé – ancora persiste. Come se non bastasse, gli organizzatori hanno tradito le tradizioni locali, inscenando riti e mitologie salentine come se fossero tracce di un passato immaginario, e hanno conferito alla città un’anima contadina e cafonesca che non ha riscontri nella storia. Al limite potrebbe essere un triste presagio del domani.
venerdì 6 luglio 2012
a putrefazioni crepuscolari,
che sfumano nel sonno.
mercoledì 9 maggio 2012
Avrei tante cose da scrivere, ma non mi va, potrei rivelarmi più spigoloso del solito. Potrei tentare di abbozzare un'analisi sociologica sulle fortune del movimento di Grillo, spiegando le ragioni per le quali sarebbe un errore tentare di ridimensionarlo mediante l'attacco frontale, argomentando che bisognerebbe piuttosto adottare nei suoi confronti la stessa strategia con la quale la DC dissolse l'Uomo Qualunque di Giannini. Ma non mi va. Avrei voluto scrivere qualcosa su uno degli eventi delle ultime settimane che mi colpito di più, vale a dire la straordinaria manifestazione contro lo squinternato esecutore della strage di Utoya: migliaia di persone che intonano all'unisono la canzone che più detestava:bellissimo. Ma non mi andava. Meglio una canzone...
lunedì 23 aprile 2012
sabato 31 marzo 2012
giovedì 15 marzo 2012
Non sono così malconcio da ridurmi a sfruttare questo spazio «pubblico», aperto alla condivisione delle idee, per fare un po’ di autopromozione di terza fascia. Del resto, ho sempre guardato con sospetto gli spiriti più istrionici, ovvero quanti sanno vendersi con maestria. Tuttavia, chi mi conosce sa che coltivo nella quotidianità una morale piuttosto semplice, ispirata a princìpi di reciprocità solidale non immuni da scrupolosità. Tuttavia, così procedendo, non rivendicando nella durezza di legittime opposizioni, ragioni abusate, molestate, stuprate, calpestate, logorate, mortificate, morirei, sopraffatto dalla violenza del mondo. Al diavolo gli scrupoli, retaggio dell’etica della consolozione, logica della rassegnazione, codice del gregge!
mercoledì 7 marzo 2012
Enzino Ottaviano, pater patriae
giovedì 1 marzo 2012
lunedì 20 febbraio 2012
Sono in viaggio, per tornare dopo quattro mesi, sempre per ragioni filosofiche, in Emilia. Attraverserò di nuovo Modena, spingendomi sulla via Emilia fino a Reggio. L’occasione del ritorno è oltremodo stimolante: nel corso del XXI Convegno Nazionale dei dottorandi in Filosofia presenterò (per essere preciso, giovedì mattina) una relazione sull’interesse di Leibniz per la medicina (La cura del mondo). Si tratta di un interessante banco di prova, dato che mi viene offerta la prima opportunità per esporre, al cospetto di un pubblico qualificato, le intuizioni che stanno facendo lievitare la tesi di dottorato.
sabato 11 febbraio 2012
Rua dos Douradores. E se Bernardo Soares avesse deciso così, all’improvviso, di cambiare vita, di lasciare il suo lavoro e il suo ufficio e saltare sul primo treno in partenza alla stazione? Ecco, allora non avremmo avuto il Libro dell’Inquietudine. Dilaga il respiro del poeta portoghese e gonfia le pagine di quest’altro libro di cui vi scrivo e in cui si narra la storia di un professore svizzero di lingue morte – latino, greco, ebraico – che una mattina, mentre percorre la strada che lo separa dal suo liceo, s’imbatte in una donna che, a giudizio di Raimond Gregorius, pare voglia gettarsi da un ponte. Il professore scoprirà che la giovane donna è portoghese. Português. “La o, che lei sorprendentemente aveva pronunciato come una u, la sonorità stranamente soffocata e in crescendo della ê e la sc strascicata e morbida si fusero per lui in una melodia che echeggiò più a lungo di quanto non fosse accaduto in realtà, e che avrebbe amato poter ascoltare tutto il giorno”.
Ho tentato così di recensire un libro, a parer mio un buon libro, che ha nel titolo il gusto del viaggio verso luoghi sconosciuti della terra e verso altrettanti luoghi che non si finisce mai di esplorare, come quelli della propria anima. Si può essere sicuramente migliori di ciò si appare. Basta scoprirlo e rivelarlo.
Di Pascal Mercier (pseudonimo di Peter Bieri, docente di filosofia della Freie Universität di Berlino). Perché uno pseudonimo? Perché nel suo ambiente non si può attribuire credibilità ad uno che decide di scrivere romanzi. E allora s’inventa, riconoscendosi, un altro se stesso. Tutto qua!
Dare buoni consigli significa mancare di rispetto alla facoltà
di sbagliare che Dio ha dato a tutti noi. E poi le azioni altrui
devono avere il vantaggio di non essere uguali alle nostre.
È comprensibile solo chiedere consigli agli altri:
affinché possiamo sapere, agendo in modo opposto, chi siamo
esattamente noi, assolutamente in disaccordo con l’Alterità.
(Livro do Desassossego)